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IL GIALLO

Il paddock critico

con Schumacher

Totalmente all’opposto invece, la versione di Coulthard:” Dal

muretto mi hanno detto che Schumacher era dietro alla curva

7 e mi hanno suggerito di lasciarlo passare. All’uscita della

curva 9, mi sono spostato a destra per consentirgli di passare

e ho immediatamente sentito che si era schiantato nel mio re-

trotreno. Non potevo lasciare la traiettoria ideale per non de-

collare. In queste condizioni – prosegue Coulthard nella sua

difesa - anche guardando negli specchietti non si vede nulla. E’

più facile vedere per chi segue, visto che c’è la luce rossa po-

steriore.” Quello che però dà più fastidio allo scozzese è il ten-

tativo di aggressione del teutonico:” Inaccettabile la sua

reazione da maleducato.” Anche il patron Bernie Ecclestone,

ha modo di esprimere un suo parere sull’accaduto, dopo es-

sere entrato nel motorhome Ferrari: “Quando succedono certi

incidenti, si dice sempre che fanno parte del gioco. Ma Coul-

thard – prosegue Mister E - ha commesso qualcosa di strano,

Schumi non farebbe errori del genere.” Per contro nel pad-

dock i difensori dello scozzese non mancano, anzi. Frank Wil-

liams, Patrick Head, Cesare Fiorio difendono l’accusato e Alain

Prost dichiara: ”Chi sostiene che Coulthard abbia scelto volon-

tariamente di favorire Hakkinen facendosi tamponare da Schu-

macher, dice una cosa grave e ridicola. Chi è dietro – sostiene

il quattro volte iridato – ha una valutazione migliore delle di-

stanze, anche se per la pioggia, le condizioni di visibilità erano

proibitive.”

La telemetria

discolpa Coulthard

Solo in serata, il mistero inizia a dissolversi, grazie alle tele-

metrie di Coulthard, fornite dalla McLaren alla direzione

gara. I dati dimostrano infatti che lo scozzese stava affron-

tando il giro incriminato alla stessa velocità dei precedenti

e che nelle fasi del sorpasso non aveva affatto rallentato.

Da qui si potrebbe evincere che a commettere l’errore sia

stato proprio il ferrarista. Secondo le testimonianze, Coul-

thard è stato avvisato dal suo team del sopraggiungere di

Michael mentre transitava dopo il tratto di Malmedy. Una

volta sul rettilineo successivo alla curva Rivage è rimasto

sulla destra, lasciando libera buona parte della pista a fa-

vore del Kaiser. Quindi toccava a quest’ultimo valutare bene

gli spazi per effettuare il sorpasso. Però, con la visibilità ri-

dotta, il tedesco può essersi reso conto solo all’ultimo della

presenza troppo vicina della McLaren: da qui l’impressione

che lo scozzese avesse rallentato improvvisamente.

La finta pace

e il dito medio…

La guerra Schumacher-Coulthard ha comunque il suo epi-

logo a distanza di quindici giorni, per la precisione il 10 set-

tembre, durante il fine settimana del Gran Premio d’Italia a

Monza. La presunta pace viene siglata in campo neutro, nel

motorhome della Williams, vicino a quello della FIA, che nei

giorni precedenti aveva avviato i negoziati per calmare le

acque. Dalle poche indiscrezioni pare che Schumacher e

Coulthard non si siano scusati, ma abbiano parlato. Della

serie “patti chiari e amicizia lunga”. Fino ad un certo punto.

Se i due imputati non sono più arrivati ai ferri corti come a

Spa, due anni più tardi, nel corso del Gran Premio di Fran-

cia a Magny-Cours, va registrato un nuovo screzio. Quando

al 34° giro, Coulthard attacca Schumi all’esterno della curva

Adelaide, il tedesco allarga la traiettorie costringendo lo

scozzese a finire lungo. Automatica la reazione di Coulthard

che esterna tutta la sua rabbia porgendo il dito medio all’in-

dirizzo dell’avversario. Il tutto ripreso in mondo visione.

I detriti delle monoposto al

primo via del GP del Belgio 1998