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MONDIALE RALLY
Germania
Marco Minghetti
“Prima della partenza Jost Capito ci ha ricordato la promessa
di vincere che avevamo fatto a Martin Winterkorn l’anno
scorso…”. Finalmente rilassato, dopo tre giorni trascorsi a in-
filare le quattro ruote della sua Polo tra le stradine attorno a
Trier, Sébastien Ogier non fa fatica ad ammettere che sì, prima
del via, i piloti dello squadrone Volkswagen erano stati cate-
chizzati per bene dal boss della squadra e che la promessa fatta
dodici mesi fa all’amministratore delegato del gruppo andava
rigorosamente mantenuta. A pesare come un macigno erano
quei due zero in casella, nel rally di casa dei due anni prece-
denti. Sembrava infatti quasi una maledizione che proprio in
Germania il team di Wolfsburg non riuscisse a sfruttare una su-
periorità talmente evidente da indispettire (eufemismo…) più
di un avversario. E allora, concentrati al massimo e convinti
come è giusto che sia, i tre piloti con la berlina tedesca questa
volta non hanno sbagliato una virgola dominando in lungo e in
largo la tre giorni tra i vigneti della Mosella con Ogier e Latvala
a darsi battaglia vera per il primato.
Ogier decisivo
nella ps più lunga
A spuntarla (e poteva andare diversamente?) è stato il trentu-
nenne pilota di Gap che, forte della sua bravura, ha dimostrato
una volta di più di possedere molte delle qualità che hanno
permesso al suo connazionale Sébastien Loeb per dominare la
specialità per tanti anni filati. Soprattutto una cosa colpisce nel
cannibale dei rally di questo decennio: la capacità di individuare
il momento esatto dove assestare il colpo da KO ai rivali. E
questa volta il momento della svolta è stata la prova speciale
più lunga, la interminabile “Panzerplatte” di 45 chilometri e sei-
cento metri, da ripetersi due volte. Arrivato alla sfida decisiva
con undici secondi e sette da recuperare al rivale, Latvala ha
pagato 6”8 al primo passaggio, ma soprattutto 15”3 nel se-
condo. E con un distacco lievitato fino ad oltre trentadue se-
condi, il finlandese ha dovuto fare il classico buon viso e di fatto
accettare la superiorità del francese.
In Australia
Seb iridato?
Una superiorità che Ogier ha dimostrato vincendo quattordici,
delle ventuno prove speciali in programma. Solo sei, invece, i
successi parziali del compagno-rivale, mentre uno - l’unico di un
pilota non “polomunito” - è stato appannaggio di Elfyn Evans
con la Fiesta Wrc. L’unica novità, se vogliamo chiamarla così, è
stata l’arrendevolezza dimostrata da Ogier nella Power Stage
finale, prova che il leader del mondiale non ha corso da domi-
natore assoluto come solito fare, ma affrontata con inaspet-
tata cautela. Del resto questa volta quello che contava davvero
era vincere a tutti i costi la gara, visto che il vantaggio nella
classifica di campionato è dilatato fino al +93 attuale già nella
prossimo appuntamento in Australia il francese potrebbe lau-
rearsi campione del mondo per la terza volta filata. Stesso di-
scorso, ovviamente, per quanto concerne il titolo Costruttori
che ora vede Volkswagen precedere la Hyundai di 139 punti.
Trenta
numero
perfetto…
Il numero 30 ha giocato un ruolo chiave per Volkswagen nella
sua gara di casa. Non solo la Polo Wrc ha ottenuto la 30esima
vittoria in 35 rally iridati, ma in Germania è arrivato anche il
trentesimo successo in carriera per Sébastien Ogier e Julien
Ingrassia. Una vittoria che affianca Ogier a Marcus Grönholm
nella lista dei piloti con più vittorie, e ora il francese affianca il
finlandese al secondo posto di sempre.
… e la Francia
risupera
la Finlandia
Se Jari-Matti Latvala aveva pareggiato i conti in Finlandia, con
il successo ottenuto in Germania Sébastien Ogier riporta la
Francia in vantaggio. Con 175 vittorie all’attivo i piloti francesi
tornano a condurre sui rivali nordici fermi a quota 174. Un
duello che, con il trend attuale della specialità, vede i transal-
pini con un roseo futuro.
Latvala dà spettacolo
davanti ad un muro di folla