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Carlo Baffi
Spa, 30 agosto 1998. E’ in corso il 26° giro del Gran
Premio del Belgio, una gara tormentata dalla pioggia
fin dal via. Michael Schumacher è saldamente in testa
sin dalle prime battute. Ma sulla strada del tedesco c’è
un concorrente da doppiare: è David Coulthard. In
prossimità della curva Rivage, con le bandiere blu agi-
tate e la visibilità ridotta, lo scozzese si mantiene sulla
destra senza cambiare traiettoria, ma decelera di
colpo. Dalle riprese televisive si vede che Schumi
scarta nervosamente per superare l’avversario e uscito
dalla nube d’acqua tampona la monoposto del rivale
con la gomma anteriore destra. Un urto violento dal
quale la F300 esce su tre ruote; quasi un miracolo che
non ci siano conseguenze ben più gravi. Il ferrarista
procede al ralenty, a bordo del suo “triciclo”, percor-
rendo in equilibrio i pochi chilometri che lo separano
dai box. Ma per comprendere meglio l’accaduto, è
bene fare un passo indietro.
Coulthard diventa
alleato di Hakkinen
La prima fila è occupata dalle velocissime “Frecce d’ar-
gento” di Mika Hakkinen e Coulthard, a conferma di
una stagione condotta al vertice sin dal GP d’Austra-
lia. Ma il Cavallino è deciso a vendere cara la pelle, gal-
vanizzato dalla vittoria in Ungheria con Schumacher.
La classifica recita infatti: Hakkinen 1° a quota 77,
Schumi 2° a 70. Il primo colpo di scena ha luogo su-
bito dopo il via, alla prima curva. Nella discesa verso
l’Eau Rouge, si verifica una carambola in cui rimangono
coinvolte ben 13 vetture e che costringe la direzione
gara ad esporre bandiera rossa. Secondo via e se-
condo colpo di scena. Damon Hill sorprende Hakki-
nen, che per resistergli si sposta all’esterno. La sua
gomma anteriore tocca la fiancata di Schumacher e si
gira, venendo centrato da Herbert che pone fine al GP
del finnico. Con il diretto rivale out, Schumi attacca e
quando all’8° giro supera Hill si ritrova non solo al co-
mando della gara, ma anche della classifica iridata. Un
brutto colpo per Ron Dennis & C. che non possono
manco contare sull’apporto di Coulthard, relegato
nelle ultime posizioni dopo un contatto con la Benet-
ton di Wurz. E’ risaputo però che nel motorsport
“tutto si evolve e tutto si trasforma” e Coulthard torna
ad essere un preziosissimo alleato per Hakkinen.
Schumi tenta di
aggredire Coulthard
Una volta parcheggiata la vettura nel box, Schumi
si precipita verso il garage della McLaren deciso a
chiarire l’accaduto con Coulthard, anch’egli appena
uscito dalla monoposto. Il tedesco è furibondo, al-
lontana il suo team manager Stefano Domenicali
che cerca di fermarlo e quando si trova davanti allo
scozzese esplode la sua rabbia:” Maledetto, volevi
uccidermi! Esci di qui!” Si sfiora la rissa. Alcuni uo-
mini del Cavallino tra cui Jean Todt, riescono ad al-
lontanare Michael, mentre Coulthard risale in
macchina e riprende la corsa (alla fine si piazzerà 7°
a 5 giri). Schumacher cerca dapprima di sbollire la
rabbia nel motorhome Ferrari e dopo essersi recato
in direzione gara, dove è in corso l’interrogatorio
di Coulthard, si presenta, verso le 18, di fronte ai
media. “Sono arrabbiatissimo – attacca il tedesco –
perché era ormai chiaro che saremmo andati in
testa al campionato, non c’era alcun motivo di pen-
sare che qualcosa avesse potuto impedire questo,
ero di gran lunga il piota più veloce in gara. Poi è
successo qualcosa di veramente incredibile, non
riesco a darmi pace per quello che mi ha fatto Coul-
thard, proprio lui che solitamente è un pilota cor-
retto.”
Le accuse di
Todt a Dennis
Ma qual è la “cosa incredibile” di cui parla Michael?
Egli sostiene che Coulthard girasse normalmente su
tempi intorno a 2’10 e 2’11”, ma con la Ferrari n° 3 in
fase di sorpasso, il crono è salito improvvisamente a
2’16” e 2’17”. “E poi perché Coulthard ha alzato il
piede dall’acceleratore in rettilineo, quando si corre
in queste condizioni?” – si chiede il tedesco, che va
oltre: ”A questo punto potrete forse anche voi ca-
pire quello che noi pensiamo e cioè che ci sia stato
qualcosa dietro, perché sono in lotta per il mon-
diale.” E a chi gli parla di una foga eccessiva, il ferra-
rista replica: ”Da due giri cercavo di superarlo e lui
rallentava apposta, faceva di tutto per non facilitarmi
la manovra pur essendo un doppiato e nonostante ci
fossero le bandiere blu. Ho anche detto via radio a
Todt – aggiunge Michael – di andare a parlare con
Ron Dennis.” Parole confermate anche dal Direttore
della Gestione Sportiva del Cavallino:” Ho aspettato
un po’, prima di andare a lamentarmi da Dennis e
quando l’ho fatto lui mi ha risposto che avrebbe av-
vertito il suo pilota”. Ma subito dopo c’è stato il
botto. ”Dennis doveva avvertirlo prima, - continua
Todt – era inaccettabile che Coulthard girasse prima
su tempi buoni e poi quando Schumacher ha cercato
di superarlo, piuttosto elevati. E anche quando è tor-
nato in pista dopo l’incidente – conclude il manager
francese – si è messo a procedere velocemente.”
Nel bagnatissimo GP del Belgio del 1998 un clamoroso incidente
tra Schumacher e Coulthard scatena le polemiche
e vede il pilota della Ferrari che tenta di aggredire lo scozzese.
Che però non aveva colpe sull’accaduto