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IL GIALLO
ciale autoveicolo realizzato con un F20 Alfa Romeo dotato di
tutti quegli apparecchi presenti nei più attrezzati ospedali. Le
condizioni di Rindt sono però disperate: oltre alle numerose
fratture in tutto il corpo, preoccupa una lacerazione di un
grosso vaso della trachea che ha provocato un versamento di
sangue nei polmoni. Dopo un costante e vigoroso massaggio
cardiaco e la trasfusione di plasma, il pilota viene intubato e a
poco a poco si nota una ripresa dell’attività pupillare; segno
che i centri nervosi sono ancora integri. I medici tentano allora
tentano il tutto per tutto decidendo di trasferire Rindt, al-
l’Ospedale di Niguarda, a Milano.
Le accuse
degli inglesi
Durante il trasporto, a bordo del Centro Mobile di Rianimazione,
il pilota è sottoposto nuovamente a tera-
pia rianimativa, ma nonostante ciò, cessa
di vivere. Dietro il mezzo sanitario, su un
furgone della polizia vi sono la moglie Nina
e Colin Chapman, proprietario della Lotus,
che apprendono la tragica notizia. Un
dramma che scatena subito alcune polemi-
che riguardo ai soccorsi. Secondo i team in-
glesi, in primo luogo il titolare della BRM, si
sarebbe potuto fare di più ed inoltre ci si
chiede perché non ci fosse un elicottero. I
vertici dell’Automobile Club di Milano, re-
plicheranno alle accuse con un preciso co-
municato stampa, già la sera stessa. E
riguardo all’elicottero, arriverà un chiari-
mento del dottor Rovelli: «In un caso del
genere lo specialista applica le elementari
regole della rianimazione. Prima esegue il
massaggio cardiaco e poi, quando il cuore
riprende a battere, il paziente viene messo
sotto controllo. Per mantenere ciò occorre
il Centro Mobile di rianimazione, che viag-
gia ad una velocità bassissima. La rapidità
dell’elicottero invece, risulterebbe fatale».
Una Lotus
‘estrema’
Ma il vero nocciolo della questione ri-
guarda le cause dell’incidente e sul banco
degli imputati finisce la scuderia di Chap-
man. Da un lato la Lotus 72, progettata da
Maurice Philippe, che ha sostituito la 49C
dal Gran Premio d’Olanda, è sicuramente
una monoposto rivoluzionaria e molto
competitiva. Presenta la linea a “cuneo”,
i radiatori dell’acqua ai lati dell’abitacolo,
le sospensioni si basano su un sistema ela-
stico a barre di torsione. Senza contare
che questa vettura risulta la meno pesante
leggera grazie all’uso di leghe superleg-
gere per la carrozzeria e di titanio per il
motore. Soluzioni innovative, ma estreme,
tipiche di un personaggio geniale e vulca-
nico come Chapman, ricordiamo le monoposto affidate a Jim
Clark. E la memoria corre al G.P. di Spagna dell’anno prima,
quando le Lotus di Graham Hill e Rindt finirono fuori e l’au-
striaco (che si ruppe il setto nasale), non risparmiò critiche al
suo patron.
La buca
fatale
A Monza, alla Parabolica, durante il venerdì di prove, Emerson
Fittipaldi sulla Lotus è protagonista di una brutta uscita di pista,
pare per un guasto ai freni. Sull’incidente di Rindt, la Procura
della Repubblica aprirà un’inchiesta da cui emergerà che lo
schianto è da addebitarsi alla rottura dell’albero che collega la
ruota al freno a disco interno. A ciò si aggiungerà un altro ele-
mento sfortunato, documentato dal settimanale “Autosprint”.
Nel momento in cui la Lotus col-
pisce il guard-rail, la ruota ante-
riore destra trova una buca,
situata vicino al palo che sorregge
la rete di protezione. La vettura ri-
mane incastrata facendo perno,
aprendosi in due e senza la possi-
bilità di smorzare l’impatto, stri-
sciando contro le lame delle
barriere. Sul perché vi fosse
quella buca, resta un mistero. Che
sia stata scavata da qualche tifoso
che precedentemente cercava di
entrare in pista di entrare in pista?
Sta di fatto che non doveva es-
serci.
Il campione
fantasma
Altro fattore determinante è da
imputare alla rottura degli anco-
raggi delle cinture di sicurezza alla
scocca, con le fatali conseguenze
dell’enorme decelerazione all’im-
patto sul corpo del pilota. In-
somma, un destino crudele che
priverà il Circus di un campione di
grandissimo talento, che non a
caso era gestito da un uomo che
negli anni a venire dimostrerà di
aver fiuto sia per cavalli di razza
che negli affari: Bernie Eccle-
stone. Dopo il Gran Premo d’Ita-
lia, che sarà vinto da Clay
Regazzoni sulla Ferrari, il belga
Jacky Ickx, diretto rivale di Rindt
in classifica, nonché pilota della
rossa, non riuscirà a superare i 45
punti di vantaggio accumulati dal-
l’austriaco. A Jochen Rindt, sarà
riconosciuto il titolo mondiale po-
stumo, primo ed unico caso in
F.1.
Ecclestone
con il casco
di Rindt
da Autosprint