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L’editoriale
di Stefano Semeraro
MONZA È L’EXPO
DEL MOTORSPORT
Ha vinto Hamilton? No, ha vinto Monza. Con quell'immagine finale
del tappeto umano sparso sotto il podio della premiazione, arri-
vata al termine di un weekend di passione pura. Mister Ecclestone
sta tirando sul prezzo, perché tanto è la grana che gli interessa: 25
milioni o addio GP. O la borsa o una vita di passione da soffocare
in un attimo. Come ha fatto in Germania, in Francia, come sta ten-
tando di fare nella sua Inghilterra. Nell'era dello sport business non
ci si può scandalizzare più di tanto, se a chi decide fosse stato ve-
ramente a cuore lo sport – tutto lo sport – avrebbe dovuto/potuto
pensarci prima. Adesso si tratta di limitare i danni, e il prezzo lo
sanno tutti. Servono suppergiù una decina di milioni all'anno, la dif-
ferenza fra richiesta e offerta, e a tirarli fuori dovranno essere il
pubblico e/o i privati, i grandi imprenditori italiani. Altrimenti Ber-
nie trasferirà senza esitare la data in qualche nuova destinazione
esotica, priva di pubblico e di interesse reale ma dove il
riccone/dittatore di turno è pronto a sborsare cifre enormi per farsi
un po' di propaganda e poi lasciar marcire tutto una volta rag-
giunto l'obiettivo. In un bell'articolo apparso sul Corriere della Sera
Dario di Vico ha spiegato che il GP di Monza non è una questione
che riguarda solo gli appassionati di motori, o l'economia locale
della Brianza, ma un'occasione e una risorsa anche per Milano, per
la Lombardia, per l'Italia. La vetrina aperta su una delle nostre com-
petenze più tradizionali, una sorta di Expo della meccanica appli-
cata allo sport che apre i battenti ogni anno, e che non va
abbandonata a se stessa. E' una questione di economia, di presti-
gio e di indotto economico, prima ancora che di passione. Forse lo
hanno capito anche il governatore della Lombardia Maroni e il Pre-
mier Renzi, che in questi giorni sono andati a discutere con Eccle-
stone, assicurando poi, bevuto un caffè e scambiato un abbraccio
con il Supremo, che si farà tutto il possibile per evitare il disastro;
anzi, che il GP d'Italia è salvo “al 99 per cento” (Maroni dixit). Ce
lo auguriamo, con la speranza che non siano le solite promesse di
una politica che in questo Paese apprezza le corse soprattutto
quando il traguardo è rappresentato da un'urna elettorale.