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JH:
“L’inizio per me non è stato perfetto.
Ho commesso degli errori e questo mi ha
costretto a perdere punti preziosi. Co-
munque ho avuto modo di recuperare in
fretta a Spielberg e Spa, portandomi
nuovamente al vertice”.
JA:
“Sicuramente Monza, dove ho avuto
un incidente. Più che altro è stata molto
brutta la dinamica perché ho preso una
botta molto forte e ancora a Misano non
ero al pieno delle mie forze. Ho rischiato
di non correre, se i medici non mi aves-
sero autorizzato sarebbe stata una di-
sdetta”.
Chi sono stati, eccetto voi, gli avversari
più duri di questa stagione?
JH:
“Tanti ragazzi oltre me e Jack si sono
messi in luce in ogni gara, non è facile
trovarne uno perché c’è sempre molta al-
ternanza di concorrenti veloci ad ogni
appuntamento”.
JA:
“Isaakyan già lo scorso anno si era di-
mostrato molto veloce. Sono emersi
anche Vivacqua e Riener durante la sta-
gione che si sono spesso inseriti tra di
noi, raccogliendo punti se qualcosa an-
dava storto”.
Che differenze hai riscontrato tra il cam-
pionato ALPS e l’Eurocup?
JH:
“Credo sia molto più difficile perché
in Eurocup ci sono i soliti nomi noti che
stanno al vertice, mentre da noi c’è sem-
pre qualcuno che a sorpresa emerge,
mettendoti quasi in difficoltà perché non
te lo aspettavi”.
JA:
“Il livello dei primi penso sia abba-
stanza simile sia in Eurocup che ALPS,
come dimostra la mia posizione. In Euro-
cup ci sono più macchine e se qualcosa
va storto è difficile fare punti, ma la com-
petitività non cambia”.
Guardando avanti nella vostra carriera:
cosa succederà dopo la vittoria del titolo
ALPS?
JH:
“Continuerò in monoposto, magari
sarebbe bello approdare in Formula
3.5”.
JA:
“Potrei continuare a seguire le orme
di Parry, e andare con lui in GP3 (sorride).
La Formula 3 potrebbe essere una solu-
zione, ma non è molto diversa dalla
FR2.0 e a me piacerebbe qualcosa con
più potenza invece”.
Siete entrambi inglesi, e in un solo anno
Lewis Hamilton ha vinto il mondiale di
Formula 1, Alex Lynn ha vinto la GP3, Jo-
lyon Palmer la GP2, Oliver Rowland la
FR3.5. Cosa significa essere piloti inglesi
in questo momento, e che reali possibi-
lità ci sono per voi di entrare in un pro-
gramma che vi conduca in Formula 1?
JH:
“Non è molto rilevante da dove tu
provenga, ci sono situazioni che ti pos-
sono mettere nella condizione di avere
un aiuto, o semplicemente hai le forze di
poter fare questo grosso investimento
da solo. Credo che, nonostante la nostra
presenza qui, in Inghilterra i piloti stiano
diminuendo e come anche i campionati,
per esempio con la perdita della Formula
3 nazionale. Russia e Francia hanno un
supporto economico dal punto di vista
federale, noi invece no”.
JA:
“Abbiamo sempre avuto una grande
tradizione del motorsport e tanti team di
Formula 1 sono inglesi. Iniziamo giovani,
ma vediamo anche tanti di noi che non
ce la fanno, per questioni principalmente
economiche, con l’arrivo di nazioni im-
portanti come la Russia o la Cina. Ri-
spetto a 10 anni fa penso ci siano meno
piloti inglesi sulla griglia di partenza.
Sono parte del British Racing Driver Club
Junior Program, ho il loro adesivo e loro
mi aiutano nella formazione della mia car-
riera e la mia preparazione”.
Jake Aitken