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FORMULA 1
Kevin Magnussen
Stefano Semeraro
Salvate il soldato Magnussen. Salvatelo da una
delusione cocente che potrebbe influenzare il
resto della sua carriera. Salvatelo dalle convin-
zioni ondivaghe dei team di oggi – anche quelli
gestiti dai patron di ieri... - che prima si allevano
i talenti in casa, seguendoli amorevolmente nelle
categorie propedeutiche, e poi li mollano all'im-
provviso preferendo investire sull'usato garan-
tito (anche se un po' consumato).
«Non deve essere una vergogna – ha detto Ron
Dennis nel comunicato con cui ha dato il benser-
vito al danese, per giunta nel giorno del suo com-
pleanno – se Kevin deve fare posto a due
campioni del mondo come Alonso e Button. Non
abbiamo evidentemente spazio per lui alla McLa-
ren, ma dal 2010, quando è entrato nel nostro
programma junior, ha lavorato in maniera molto
positiva, e nel 2014 ha corso molto bene a fianco
di un pilota esperto come Jenson Button. Il suo
debutto l'anno scorso è stato bagnato da un
podio a Melbourne di cui può andare molto fiero,
nel 2015 ha continuato a dare il suo contributo
anche se era molto frustrato per non poter cor-
rere. E' un giovane di talento, merita una carriera
in F.1 e non vogliamo essere noi a intralciarlo,
quindi gli auguriamo tutta la fortuna possibile e
faremo di tutto per aiutarlo nel prossimo passo
del suo percorso professionale». Addio e grazie
di tutto, insomma. Ma se Magnussen è davvero
quello che sostiene Dennis, viene da chiedersi,
allora perché non preferirlo, se non ad Alonso,
almeno ad un Button ormai chiaramente al tra-
monto? Da Alguersari a Buemi, da Bourdais a
Scott Speed (il prossimo sarà Vandoorne?),
l'elenco dei bruciati verdi in questi ultimi anni si
è allungato, e non sempre il motivo è stata la
mancanza di talento. Anche perché se si trattasse
di quello, di tempo per accorgersene, durante
tutti gli anni di programma nelle formula minori,
ce ne sarebbe a sufficienza. L'impressione è in-
vece che tutti i team, non solo i minori, ormai fa-
tichino a mantenere le promesse, a portare a
compimento un programma senza farsi prendere
dall'ansia di ottenere risultati (o finanziamenti)
immediati. Il giovane riccamente sponsorizzato
va bene, quello su cui investire rischiando qual-
cosa, molto meno.
Ora per Magnussen sembra aprirsi la strada della
Lotus, e anche qui a fare da traino sarebbe l'im-
pegno della Saxo Bank, la banca con sede a Co-
penhagen già molto attiva nel ciclismo (con il
team Tinkoff-Saxo) che proprio in questi giorni
ha deciso di chiudere i rubinetti che rifornivano la
squadra di pedalatori illustri come Alberto Con-
tador. «Non annunceremo nulla finché non ci sarà
nulla di scritto», dice il boss della Saxo Bank Lars
Christensen, che in passato ha già collaborato
con il team di F.1. «Con Kevin abbiamo parlato
ma non in maniera approfondita». Budget avanti,
e pedalare.
Diciannove i GP disputati
da Magnussen
nel 2014 con la McLaren,
come miglior risultato
il secondo posto ottenuto
nella gara inaugurale
di Melbourne
Subito a podio al suo esordio