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MOTO GP

Gara a Phillip Island

Una battaglia a quattro

dal sapore epico

L'ordine d'arrivo non è mai sembrato certo fino alla bandiera

a scacchi. In avvio erano addirittura in sei, compresi Cal Crut-

chlow e Dani Pedrosa, a giocarsela là davanti fra continui cambi

di posizione. Poi il ritmo infernale ha fatto selezione, propi-

ziando un'apparente fuga di Lorenzo. Ma il maiorchino non è

scappato, e a metà corsa si è trovato Marquez nuovamente

negli scarichi, con Rossi e Iannone a ruota. Lo spagnolo della

Honda si è portato in testa al 17esimo giro, il connazionale ha

risposto al 20esimo. “Porfuera” ha ripreso qualche metro di

margine, ma all'ultima tornata il #93 è stato fenomenale: at-

tacco alla curva Doohan, prima posizione, best lap, vittoria. Ian-

none, in forma smagliante insieme alla sua Ducati (340

chilometri orari in rettilineo), non si è fatto intimorire da Rossi.

Il gradino più basso del podio se lo è preso lui, il Dottore si è

dovuto arrendere. In verità, chiunque di loro quattro avrebbe

potuto vincere.

Marquez e Iannone

arbitri del Mondiale?

Ci è appunto riuscito Marquez, per la 50esima volta in carriera.

A un tratto, forse, non ci credeva nemmeno. «Jorge si stava al-

lontanando, e io avevo surriscaldato la gomma anteriore. Negli

ultimi tre giri ho deciso di dare il 100 per cento. Non so come,

ma ho raggiunto Jorge», ha raccontato l'ormai campione

uscente, nei panni di arbitro nella contesa iridata. Un po' come

Iannone, di nuovo sul podio come non accadeva dal Mugello.

«Ho lottato con i migliori della MotoGP, ho dato il massimo e

sono andato sul podio. Incredibile!», ha esclamato il ducatista,

che in partenza era addirittura balzato in cima. Due i suoi mo-

menti da moviola: l'impatto con un malcapitato gabbiano, che

gli ha danneggiato la carena, e il doppio sorpasso effettuato su

Rossi e Marquez al 24esimo giro. Un guizzo da applausi, in un

weekend da top rider assoluto.

Lorenzo a -11 da Rossi

Yamaha campione

Adesso il ritardo di Lorenzo su Rossi, nel Mondiale, è sceso da 18

a 11 lunghezze. Una forbice che variava senza sosta durante il GP.

«Poteva andare ancora meglio, ma almeno mi sono avvicinato. In

certe occasioni bisogna essere contenti così», ha ammesso lo spa-

gnolo, che ha riconosciuto la forza di Marquez: «Mi aspettavo che

fosse più veloce. Nel finale il pneumatico anteriore era consumato,

nelle parti lente soffrivo e non volevo rischiare di cadere. Marc forse

ha potuto frenare più tardi». Anche a Rossi è rimasto un po' di

amaro in bocca: «È un peccato non aver battuto Iannone, ma va

bene lo stesso». Il centauro di Tavullia ha pagato dazio per le diffi-

coltà incontrate nella ricerca dell'assetto tra venerdì e sabato. Set-

timo in qualifica, un passo indietro rispetto alle tappe precedenti,

Valentino aveva in effetti avvisato: «Domenica sarà dura». Ora re-

stano due round per difendere la leadership. Intanto, in casa Ya-

maha si festeggia l'iride fra i Costruttori, che mancava dal 2012.

Pedrosa si difende

Dovizioso in crisi

Lo show dei primi quattro ha letteralmente oscurato quanto acca-

duto alle loro spalle. Pedrosa, a sette giorni dal capolavoro di Mo-

tegi, non ha saputo ripetersi sugli stessi livelli: quinto, davanti alla

Suzuki dell'ottimo rookieMaverick Vinales e a Crutchlow (LCR), per

tutto il weekend il più autorevole rappresentante delle scuderie

satellite. La trasferta nella terra dei canguri è stata un calvario per

Andrea Dovizioso, appena 13esimo. Mentre Iannone incantava,

sulla Desmosedici gemella, il forlivese ha navigato faticosamente a

metà gruppo, dietro pure a Danilo Petrucci dotato della vecchia

GP14.2 marchiata Pramac. Eloquenti le sue parole: «È stato imba-

razzante. Mi dispiace per la squadra». Urge un cambio di rotta im-

mediato, perché Sepang è già alle porte.

La gioia di Iannone all’arrivo

Marc Marquez

festeggia con il suo team

il 50esimo successo

ottenuto in Moto GP