Background Image
Previous Page  38 / 68 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 38 / 68 Next Page
Page Background

38

MOTO GP

Gara a Sepang

Rossi e Marquez al contatto

ora è guerra vera

La miccia si è accesa al quarto giro, quando Rossi ha raggiunto

Marquez. Da lì una serie di botta e risposta fenomenali, sul filo

dei centimetri, ma il gioco è diventato troppo duro. Persino

pericoloso. All'ottava tornata, in curva 14, l'alfiere Yamaha ral-

lenta per aspettare il nemico, si volta indietro per cercarlo. Il

numero 93 si affianca all'esterno, ed è l'attimo chiave: colli-

sione, caduta, ritiro. La dinamica è controversa, perché l'im-

pressione immediata è che il centauro di Tavullia abbia voluto

rifilare un calcio al rivale per risolvere la disputa. Dopo il fattac-

cio, Valentino ha chiuso terzo in solitaria. Poi è giunto il ver-

detto dei commissari, la retrocessione in fondo alla griglia

dell'ultimo round di Valencia. Si tratta in realtà di un provve-

dimento automatico, per il raggiungimento dei quattro punti

di penalità sulla patente di buona condotta: la somma dei tre

assegnati a Sepang e di quello ricevuto nelle qualifiche a Mi-

sano. «Per me la sanzione non è giusta, Marquez ha vinto la

sua battaglia. Vuole farmi perdere il campionato», ha comun-

que tuonato il Dottore. Ribadendo: «Non gli ho dato un calcio,

e comunque non sarebbe bastato a farlo cadere. Volevo solo

portarlo fuori traiettoria perchè stava giocando sporco. Ho

rallentato per chiedergli cosa stesse facendo, e ci siamo ur-

tati. È lui ad aver toccato la mia gamba con il manubrio, fa-

cendomi perdere l'appoggio sulla pedana». L'iberico è

ovviamente in disaccordo, sostenendo la tesi della volonta-

rietà: «Mi ha dato un calcio. Forse è il nervosismo, ma là ci gio-

chiamo la vita. Spero che la questione finisca così». Non sarà

per niente facile.

La psicologia di Rossi

non ha spaventato Marquez

Appare comunque emblematico come Rossi, che in passato ha

portato sull'orlo della crisi di nervi tutti i suoi principali anta-

gonisti, questa volta sia stato vittima della sua stessa tattica,

messa in pratica sin dal giovedì. Per quanto cattivo in pista,

Marquez non si è macchiato di alcun comportamento passibile

di punizione (questa la visione degli stewards), mentre per Va-

lentino resta l'onta di una reazione in ogni caso eccessiva, che

ha lasciato perplessi molti colleghi. E non bisogna dimenticare

le precedenti ruggini nate con Marquez per l'incidente a Ter-

mas de Rio Hondo e il taglio di chicane ad Assen, che sembra-

vano aver già incrinato il loro apparente idillio. Più che

smascherarlo per quanto compiuto in Australia, ipotesi tutta

da verificare, Rossi si è semplicemente creato un nemico di cui

non aveva bisogno. Trovandolo in chi, da ragazzino, era un suo

ammiratore accanito, ma privo di alcun timore reverenziale.

Lorenzo a -7 nel Mondiale

splendido Pedrosa

A beneficiare della situazione è stato quindi Lorenzo: il maior-

chino era deluso per l'esito delle qualifiche, ma domenica dopo

uno start incerto si è presto fatto strada verso la piazza

d'onore. La vetta del Mondiale detenuta dal compagno di

squadra, ora è distante soltanto 7 lunghezze. Un ritardo che si

potrebbe persino definire esiguo, considerando inoltre la ri-

monta a cui sarà costretto Rossi a Valencia. In tutto questo,

suo malgrado, è passata in secondo piano la magistrale prova

offerta da Daniel Pedrosa, in testa dall'inizio fino alla bandiera

a scacchi. Il fantino catalano, per giunta autore di una straordi-

naria pole in cui ha demolito il record del tracciato, sembra es-

sere tornato quello dei tempi migliori, capace, nei weekend

“buoni”, di staccare chiunque. Per lui è la seconda afferma-

zione in appena 14 giorni, dopo quella, entusiasmante, di Mo-

tegi. «È stato un anno difficile, ma stiamo crescendo. Le

sensazioni erano buone sin da venerdì, sono felice per il mio

team che mi è sempre stata vicino», ha commentato Pedrosa,

che si candida a un 2016 stabilmente al vertice. Sarebbe un

toccasana per lo spettacolo.

Iannone e Dovizioso ko

Aprilia in top 10

Dietro i big, Bradley Smith ha ottenuto una bella quarta posi-

zione aggiudicandosi il derby britannico con Cal Crutchlow:

un'ideale riedizione del round australiano. Promosso a pieni

voti Danilo Petrucci, sesto, che in sella alla Desmosedici mar-

chiata Pramac ha salvato il bilancio della Ducati in una giornata

sfortunata per il team ufficiale. Andrea Iannone, infatti, si è fer-

mato già al secondo giro per la rottura del radiatore, dovuta ad

un sasso, Andrea Dovizioso è caduto malamente mentre stava

cercando di difendersi da Crutchlow. Le due Suzuki di Aleix

Espargaro e Maverick Vinales, impegnati in una accesa ba-

garre, hanno portato a casa la settima e ottava piazza. Ottimo

decimo Stefan Bradl, che ha eguagliato il miglior piazzamento

stagionale per l'Aprilia. Un ulteriore punticino è arrivato grazie

ad Alvaro Bautista, 15esimo.