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GP MESSICO
Il caso
Massimo Costa
Siamo arrivati al Gran Premio del Messico dell’1 novembre e
ancora la Red Bull non sa che motori utilizzerà nel 2016. E’
andata a bussare alla porta di tutti dopo avere offeso pubbli-
camente in più di una occasione il partner storico Renault, ma
alla fine è stata trattata a pesci in faccia. Presa in giro da Mer-
cedes e Ferrari che prima hanno fatto capire di potere e vo-
lere fornire le loro power unit al team di Dietrich Mateschitz,
poi davanti alle pressanti e arroganti richieste di Christian
Horner e Helmut Marko, hanno sbattuto la porta. Arrangia-
tevi cari signori della Red Bull, è stato il benservito arrivato da
Sergio Marchionne (che pure era stato molto sportivo all’ini-
zio) e Dieter Zetsche della Casa di Stoccarda. Disperato, Hor-
ner ha pure tentato di strappare un sì dalla Honda. Che
sarebbe anche arrivato, ma Ron Dennis si è messo di traverso
reclamando l’esclusività della McLaren con il fornitore giappo-
nese e dunque, zero possibilità. Dunque, neanche Bernie Ec-
clestone poteva prevedere un finale così drammatico della vi-
cenda motori per la Red Bull. Ricorderete come Mr.E in Russia
fosse sicurissimo che alla fine tutto si sarebbe sistemato con
la Ferrari, ma evidentemente non tutto quello che il boss della
F.1 auspica, poi accade. E allora? Allora si è aperta una ine-
dita possibilità per Horner. Carlos Ghosn, presidente Renault,
permetterebbe di vendere ancora le power unit francesi, ma
senza offrire alcun supporto e chiedendo anche di togliere il
marchio Renault. Dunque, una fornitura che salverebbe la Red
Bull, ma della quale Renault non vuole poi occuparsi. Horner
potrebbe chiamare le power unit con un nome a scelta e ma-
gari coinvolgerebbe la Ilmor di Mario Illien che già era stato
tirato in ballo per un tentativo di supporto alla Renault non
andato a buon fine. In questo caso, i motori francesi verreb-
bero quindi ceduti alla Red Bull che poi si occuperebbe di svi-
luppi e quant’altro.