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L’attacco

di Todt

Fautore delle attuali e costosissime power unit che hanno

accresciuto le difficoltà economiche delle squadre,

ora il presidente FIA lancia l’idea di un tetto spesa

e di un monomotore con base Chevrolet. Al veto Ferrari,

mister Jean ha lanciato dure accuse contro Maranello

Massimo Costa

Jean Todt, presidente della FIA, lo scorso fine setti-

mana si è scagliato contro la Ferrari, rea di aver

posto il veto alla introduzione di un tetto spesa per

i motori. Parole piuttosto minacciose quelle del fran-

cese: "Porre un veto è come avere una pistola in

tasca, e bisogna stare attenti quando la si utilizza.

Deve essere determinato che c'è qualcosa che va

contro i loro interessi, ma cercare di proporre un mo-

tore clienti significa prendersi cura delle piccole

squadre”. Pronta la replica di Maurizio Arrivabene,

team principal Ferrari: “Perché dobbiamo giustifi-

carci ulteriormente? Abbiamo costi di ricerca e svi-

luppo che si devono recuperare. Non trovo alcuna

entità commerciale in tutto il mondo che stia for-

nendo il proprio prodotto fuori dal mercato o addi-

rittura liberamente”. Arrivabene ha poi voluto

ricordare con ironia come Todt, quando era al co-

mando della Ferrari, fu l’unico nel 2004 ad andare

contro le altre squadre riguardo la riduzione delle

giornate di test, la monofornitura delle gomme e

quant’altro.

L’idea del monomotore

è il fallimento della FIA

Improvvisamente, la FIA dopo che da mesi, se non

anni, Bernie Ecclestone (e non solo) contestava que-

sta nuova era di power unit ibride estremamente e

follemente costose, si è accorta che la maggioranza

dei team presenti nel mondiale ha i conti in rosso. Un

dietrofront che ha del clamoroso e che certifica il

grave errore commesso quando si è deciso di pun-

tare verso l’ibrido, che tanto piaceva ai costruttori e

alla FIA. Fu una scelta che all’epoca non teneva mini-

mamente conto dei problemi che avrebbero potuto

incontrare le realtà della F.1 che non si chiamano

Mercedes o Ferrari o Red Bull. Convinti di poter por-

tare nel mondiale, grazie all’ibrido, altri costruttori

come Audi, BMW, Honda, Toyota, la FIA non si è cu-

rata dei piccoli. Anzi, se fossero spariti, tanto meglio.

La storia evidentemente non fa breccia nelle menti.

Da sempre infatti, la F.1 vive grazie ai cosiddetti ga-

ragisti che poi possono diventare grandi realtà (vedi

McLaren o Williams) mentre la maggior parte dei co-

struttori tende ad affacciarsi in F.1 per un breve pe-

riodo. Ed ora, considerando che soltanto la Honda

ha risposto presente, si è corso ai ripari. Il nuovo

obiettivo di Todt è di introdurre, a partire dal 2017,

un motore più economico di quelli forniti da Merce-

des, Ferrari, Renault e Honda: si tratterebbe di un bi-

turbo con kers da 2200 cmc su base Chevrolet, molto

meno caro delle attuali power unit. Ma anche in que-

sto caso la Ferrari avrebbe detto di no. Di certo a

Maranello stanno mostrando poca lungimiranza, ma

è innegabile che dopo che Todt ha costretto Ferrari

e compagnia a spese incredibili per la ricerca (durata

anni) e la sperimentazione delle attuali power unit,

proporre come niente fosse dei Chevrolet da Indycar

può far venire il mal di pancia…