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FORMULA 1

Manor

prove», ha comunque confermato il designer Luca Furbatto.

«Non abbiamo badato troppo ai tempi, dalla prossima setti-

mana cercheremo anche la prestazione. Non abbiamo avuto

grossi problemi, ma resta molto da fare per Melbourne».

In dodici mesi

è stata rivoluzione

Nonostante gli addii del fondatore John Booth e del suo brac-

cio destro Graeme Lowdon, che ripartiranno dal WEC, la

Manor si prepara a quella che potrebbe essere la stagione più

importante della sua storia, iniziata nel 2010 come Virgin Ra-

cing. «Siamo il team più piccolo, ma vogliamo sfruttare al mas-

simo le nostre risorse. Possiamo diventare la migliore fra le

squadre indipendenti», ha ribadito Dave Ryan. Nulla a che ve-

dere con quanto accadeva dodici mesi fa, con le vicissitudini

dell'amministrazione controllata e l’intero precampionato sal-

tato. Del resto, si trattava del capitolo precedente.

Jacopo Rubino

Anno nuovo, vita nuova. La Manor si presenta ai nastri di par-

tenza dopo una lunga serie di cambiamenti a livello tecnico e

gestionale, che sembrano già fruttare. I tempi parlano chiaro:

nei primi test a Barcellona, la formazione britannica non solo ha

ridotto il distacco dagli avversari, ma si è inserita nel gruppo a

pieno titolo. Senza più nutrire complessi di inferiorità.

Macchina nuova

Ora può giocarsela

Come ha raccontato scherzando il direttore tecnico John

McQuillian, la MRT-05 conserva del vecchio progetto «soltanto

gli estintori». Tutto è stato ridisegnato da zero, compresa la

bella livrea. Sotto la carrozzeria ci sono ora la power unit Mer-

cedes e il retrotreno targato Williams. Abbastanza per ambire

ad un grande salto in avanti: «Sta a noi fare i risultati», ha infatti

avvertito l'appena insediato team principal Dave Ryan, tornato

nel Circus dopo sei anni e una lunghissima carriera in McLaren.

«Non sottovalutiamo i rivali, ma adesso possiamo essere com-

petitivi per davvero».

Quasi 1200

km percorsi

La quattro giorni al Montmelò, certamente, è foriera di sorrisi.

Pascal Wehrlein, campione DTM in carica, pupillo Mercedes e

leader designato, ha guidato lunedì e martedì mettendo in-

sieme 125 giri, e altri 139 sono stati coperti da Rio Haryanto tra

mercoledì e giovedì. L'equivalente di 1.182 chilometri, niente

male. Avrebbero potuto pure essere di più, se l’indonesiano

nell’ultima giornata non avesse compiuto un errore in curva 4,

danneggiando la macchina. «In generale sono state buone

I numeri Manor

1° giorno

Wehrlein – 1’28”292 – 54 giri

2° giorno

Wehrlein – 1’25”925 – 71 giri

3° giorno

Haryanto – 1’28”249 – 25 giri

4° giorno

Haryanto – 1’28”266 – 61 giri

Miglior crono: Wehrlein 1’25”925

Totale giri: 211 – 982,20 km percorsi