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IMSA
I personaggi
Marco Cortesi
Le strade della carriera, per un pilota, sono infinite. E, diciamo-
celo senza nascondere le cose, non sempre i risultati in pista e
la fortuna incontrata rispecchiano il potenziale sportivo e di
successo in senso stretto. A volte, indipendentemente dai risul-
tati, ci sono strade che proprio non si vogliono aprire. Destino,
momento giusto, o anche altro, nei casi peggiori. La 12 Ore di
Sebring ha messo in mostra e riportato alla ribalta due nomi
che di potenziale ne hanno da vendere ma che, per vari motivi,
ancora attendono il vero, grande riconoscimento.
Pipo Derani è il nuovo eroe delle gare di durata americane. Le
sue qualità sono esplose in maniera incredibile sia alla 24 Ore
di Daytona che alla 12 Ore di Sebring, entrambe conquistate
con una Ligier dell’Extreme Speed Motorsports. Ventiduenne
figlio e fratello di piloti, Derani ha fatto innamorare gli appas-
sionati per l’aggressività messa in pista pur, nonostante tutto,
commettendo pochi errori. Nessun compagno di scuderia è
riuscito a tenergli testa sul giro, ma è a livello psicologico che
il brasiliano ha fatto il botto. Affrontando due gare tra le più
difficili del mondo con la sicurezza del vincente.
Nato nel 1980, Alessandro Balzan ha centrato la sua prima vitto-
ria in una grande classica con un sorpasso eccezionale negli ul-
timi minuti. Il pilota di Rovigo non ha certo bisogno di
presentazioni, in primis per il titolo Grand-Am vinto in solitaria.
Certo è che, a Sebring, ha saputo rompere ancor di più il ghiac-
cio in terra americana, dove i piloti italiani vengono a volte sot-
tovalutati in favore dei talenti locali. E lo sa bene Balzan, dato che
il suo coequipier 2013 Leh Keen non ha mai smesso di correre,
mentre lui si doveva accontentare di un 2015 nel GT Open a bat-
tagliare con poche macchine insieme all’amico Nicola Benucci.
Diversi per età
e curriculm
Oltre che per l’età, Derani e Balzan sono diversi anche per tra-
scorsi. Il primo ha conquistato pochi risultati di rilievo nelle for-
mule, con a suo titolo un bell’exploit nel GP di Macao (6° posto)
e due vittorie nella serie cadetta britannica. Ma, si sa, ci sono
tante variabili, personali e di budget, che possono influire su
un’avventura a ruote scoperte. Nel 2013 è arrivato il salto ai
prototipi nell’ELMS, ancora senza vittorie, prima del terzo
posto nella LMP2 del Mondiale Endurance con una Ligier del
team G-Drive. Alla fine, il rapporto con l’engineering francese
Onroak ha pagato: inserito tra i piloti di riferimento, è stato
“piazzato” in IMSA. E… boom.
Balzan ha vinto praticamente con qualunque vettura gli sia ca-
pitata in mano. Nel turismo, ha ottenuto ottimi risultati: gli ap-
passionati si ricordano ancora le sue grandi gare con l’Alfa del
morente team Bigazzi quando, senza passare per le formule,
aveva debuttato nell’ETCC. Poi la Porsche Carrera Cup: tre
campionati di fila nel momento di massima competitività della
serie che, purtroppo, non era evidentemente il momento “giu-
sto”. Viste le poche chance lasciate dalla casa di Stoccarda, che
solo di recente sembra aver deciso di valorizzare i campioni
delle Cup, è arrivato il passaggio al Ferrari Challenge. Con vit-
toria italiana e mondiale. Sempre con una 458 Italia, l’ultimo ti-
tolo della Grand-Am Rolex Series, al primo tentativo. L’anno
scorso, le esperienze in GT Open (vittoria al debutto) e GT
americano (vittoria al debutto).
Alessandro Balzan
Nato il 17 ottobre 1980 a Rovigo
1° Posto, Porsche Carrera Cup 2009, 2010, 2011
1° Posto, Ferrari Challenge 2012
1° Posto, Grand-Am Rolex Series GT 2013
Luis Felipe “Pipo” Deran
Nato il 12 ottobre 1993 a San Paolo (Brasile)
3° Posto, WEC 2015
1° Posto, Daytona 24H e Sebring 12H 2016