Previous Page  36 / 48 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 36 / 48 Next Page
Page Background

36

WEC

Il punto

L’incidente di Hartley

come momento chiave

Se ci limitiamo a giudicare la corsa nel suo svolgimento, lo spar-

tiacque è stato probabilmente il giro numero 71. Brendon Har-

tley, lanciatissimo in testa sulla Porsche numero 1, è stato

troppo avventato nel doppiare la 911 guidata da Michael Wan-

wright in curva 2. Il neozelandese si è fiondato sul cordolo, ha

toccato la GT al suo fianco e ha rischiato di capottarsi stri-

sciando per diversi metri su un lato (foto sotto). Nessuna con-

seguenza fisica, per fortuna, ma Hartley (che ha ricevuto poi

una reprimenda) ha gettato al vento il grande lavoro compiuto

da Mark Webber nel primo segmento. L’australiano ex F1

aveva mostrato la superiorità velocistica della 919 Hy-

brid, non emersa in qualifica: al sesto giro ha pas-

sato la R18 di Oliver Jarvis, al sedicesimo quella

di Lotterer, balzando in vetta e andando a im-

porre il proprio ritmo fino ad accumulare 44

secondi di margine. Appena dopo l’incidente

di Hartley, anche il fronte Audi ha però visto

una macchina ko, la #8 condotta in quel mo-

mento da Lucas Di Grassi. Il brasiliano è rima-

sto in mezzo alla pista per problemi al sistema

ibrido.

Alla Porsche 919 #2

non è riuscita la replica

Terminato il regime di full course yellow, quella che poteva es-

sere una doppietta Porsche (l’altra 919 era infatti salita seconda

con Neel Jani), si è trasformata in un vano inseguimento. Marc

Lieb ha preso il volante della #2 ma si è fatto sorprendere in un

doppiaggio da Treluyer perdendo la leadership. Non c’è mai

stato il contro-sorpasso, complice qualche disavventura di

troppo. Dapprima con l’escursione sull’erba per il tampona-

mento ricevuto dalla Ford GT di Marino Franchitti, e poi per la

foratura patita nell’ultimo stint da Jani, costretto così ad una

sosta non preventivata che ha dato ossigeno al connazionale

Fassler sulla R18 battistrada. Lo svizzero, preciso e attento nel

suo turno finale, ha potuto effettuare senza patemi uno splash

and go per dirigersi verso il traguardo da vincitore. Così al-

meno sembrava fino all’esito delle verifiche…

È ancora duello

fra Porsche e Audi

Al di là di quanto espresso dai commissari, è evidente che il

WEC ricominci da un dualismo fra le cugine Porsche e Audi. Il

team di Stoccarda aveva dettato il ritmo nelle prove libere,

scendendo subito sotto al record 2015: nonostante la riduzione

dei consumi del 7,5 per cento, le prestazioni sono comunque

cresciute, alla faccia degli obiettivi di ACO e FIA. In qualifica

(dopo le FP3 annullate per neve!), Audi ha però sorpreso nel

monopolizzare la prima fila, tornando in pole dopo due anni e

mezzo e fermando la striscia della Porsche che durava da 11

round consecutivi. La prima parte della 6 Ore di Silverstone,

quella con le condizioni più “normali” dell’intero fine settimana,

ci ha mostrato in ogni caso una 919 ancora superiore, anche a

livello di gestione del carburante. Ma per fare previsioni in vista

di Le Mans, meglio attendere la tappa di Spa.