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WEC
Il punto
L’incidente di Hartley
come momento chiave
Se ci limitiamo a giudicare la corsa nel suo svolgimento, lo spar-
tiacque è stato probabilmente il giro numero 71. Brendon Har-
tley, lanciatissimo in testa sulla Porsche numero 1, è stato
troppo avventato nel doppiare la 911 guidata da Michael Wan-
wright in curva 2. Il neozelandese si è fiondato sul cordolo, ha
toccato la GT al suo fianco e ha rischiato di capottarsi stri-
sciando per diversi metri su un lato (foto sotto). Nessuna con-
seguenza fisica, per fortuna, ma Hartley (che ha ricevuto poi
una reprimenda) ha gettato al vento il grande lavoro compiuto
da Mark Webber nel primo segmento. L’australiano ex F1
aveva mostrato la superiorità velocistica della 919 Hy-
brid, non emersa in qualifica: al sesto giro ha pas-
sato la R18 di Oliver Jarvis, al sedicesimo quella
di Lotterer, balzando in vetta e andando a im-
porre il proprio ritmo fino ad accumulare 44
secondi di margine. Appena dopo l’incidente
di Hartley, anche il fronte Audi ha però visto
una macchina ko, la #8 condotta in quel mo-
mento da Lucas Di Grassi. Il brasiliano è rima-
sto in mezzo alla pista per problemi al sistema
ibrido.
Alla Porsche 919 #2
non è riuscita la replica
Terminato il regime di full course yellow, quella che poteva es-
sere una doppietta Porsche (l’altra 919 era infatti salita seconda
con Neel Jani), si è trasformata in un vano inseguimento. Marc
Lieb ha preso il volante della #2 ma si è fatto sorprendere in un
doppiaggio da Treluyer perdendo la leadership. Non c’è mai
stato il contro-sorpasso, complice qualche disavventura di
troppo. Dapprima con l’escursione sull’erba per il tampona-
mento ricevuto dalla Ford GT di Marino Franchitti, e poi per la
foratura patita nell’ultimo stint da Jani, costretto così ad una
sosta non preventivata che ha dato ossigeno al connazionale
Fassler sulla R18 battistrada. Lo svizzero, preciso e attento nel
suo turno finale, ha potuto effettuare senza patemi uno splash
and go per dirigersi verso il traguardo da vincitore. Così al-
meno sembrava fino all’esito delle verifiche…
È ancora duello
fra Porsche e Audi
Al di là di quanto espresso dai commissari, è evidente che il
WEC ricominci da un dualismo fra le cugine Porsche e Audi. Il
team di Stoccarda aveva dettato il ritmo nelle prove libere,
scendendo subito sotto al record 2015: nonostante la riduzione
dei consumi del 7,5 per cento, le prestazioni sono comunque
cresciute, alla faccia degli obiettivi di ACO e FIA. In qualifica
(dopo le FP3 annullate per neve!), Audi ha però sorpreso nel
monopolizzare la prima fila, tornando in pole dopo due anni e
mezzo e fermando la striscia della Porsche che durava da 11
round consecutivi. La prima parte della 6 Ore di Silverstone,
quella con le condizioni più “normali” dell’intero fine settimana,
ci ha mostrato in ogni caso una 919 ancora superiore, anche a
livello di gestione del carburante. Ma per fare previsioni in vista
di Le Mans, meglio attendere la tappa di Spa.