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Il padrone

di Silverstone

Comunque è stato un trionfo del mago di

Stevenage, del ribelle che ama il jet set

quanto il paddock, che vuole prendersi il

quarto iride e ormai incalza Nico Rosberg a

1 punto (dopo la retrocessione post gara del

tedesco) nella classifica generale. Silverstone

è stato il suo ennesimo show. Dopo l'inizio

2016 a razzo di Rosberg, quattro GP quattro

vittorie, Lewis come quei centravanti del cal-

cio arrivati alla prima di campionato senza es-

sersi preparati troppo (ed essersi concessi

qualche stravizio in più), ha ritrovato forma,

convinzione, cattiveria. Ha fatto gol in quat-

tro degli ultimi cinque appuntamenti, rice-

dendo il successo a Rosberg solo a Baku. In

un GP tormentato dalla pioggia – con quello

start un po' umiliante per una gara di F.1 -

dalle safety-car, dalle uscite e dai rischi più o

meno calcolati (vedi quello dello stesso Ha-

milton quasi in collisione con la SC) si è preso

pole e vittoria, rischiando qualcosina in gara,

ma chiudendo da padrone.

Perfetto al

99,8 per cento

«Sono stato perfetto al 99,8 per cento – ha

gongolato – mi tolgo un decimo sia per l'er-

rore in qualifica che mi ha tolto il tempo per

il primo tentativo di pole, sia per quello in

gara. Silverstone è sempre stata una corsa

pericolosa, specie con il bagnato: è per que-

sto che mi piace tanto. Alla fine ho rispar-

miato il motore: deve durare ancora. Il tuffo

sulla folla? Lo sognavo da sempre, così mi

sono detto ma sì, lasciamoci andare Anche se

un po' di paura che mi mollassero ce l'ho

avuta...». Tranquillo, Lewis, a Silverstone non

l'avrebbero mai fatto. Ai fan che si assiepa-

vano vicino ai box il fenomeno nel dopo gara

ha anche strizzato l'occhio: «Tenete le dita in-

crociate, sono in caccia di Rosberg, voglio

continuare così». A chi invece gli chiedeva del

suo miglior rendimento sul bagnato rispetto

al compagno di squadra non ha risposto

usando frasi di comodo: «Ho gli attributi più

grossi». Hamilton ora ha vinto 4 volte a Sil-

verstone come Nigel Mansell, tre consecutive

come Jim Clark, ottenendo quattro pole

come Stirling Moss. Se Murray oggi viene pa-

ragonato a Bobby Charlton, al divo del cric-

ket dell'epoca vittoriana W.G. Grace, al mito

del canottaggio Steve Redgrave (5 ori olim-

pici, 9 mondiali) e al ciclista Bradley Wiggings

– no, David Beckham non compare nella lista

- Hamilton è già entrato nell'Olimpo dei più

grandi driver di sempre. Britannici, certo, ma

non solo. Alla faccia della Brexit.