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Stefano Semeraro

Ci mancava solo che dicesse: “Siete caldi? Anch'io...” e il pa-

rallelo sarebbe stato perfetto. Lei Madonna (Luise Ciccone) lui

Jesus Hamilton, il campione che guida come un dio ma vor-

rebbe essere una rockstar. E che dopo la sua quarta vittoria a

Silverstone, proprio come le stelle della musica idolatrate da

un pubblico in estasi, si è concesso uno stage diving con con-

seguente crowd surfing. Tradotto: un tuffo oltre le transenne

da quel palcoscenico ad alta velocità che si chiama pista per

navigare sopra i british acclamanti che lo sorreggevano con le

braccia. Domenica è stata una grande giornata per lo sport bri-

tannico, preoccupato come tanti, di qua e di là dalla Manica,

per la Brexit. Andy Murray ha vinto per la seconda volta a Wim-

bledon davanti al dimissionario Premier David Cameron, ai

principi William e Kate, al sindaco di Londra e ad un manipolo

di celebrities sportive e no in cui spiccavano, per motivi diversi,

Bjorn Borg e Irina Shayk. Ed è stato il trionfo della Tradizione,

nella cattedrale del tennis e del silenzio ovattato di verde.

Lewis ha dominato il GP di casa fra il rombo dei motori, il grigio

dell'asfalto e il rumore di una pioggia altrettanto british che ha

bagnato 139.000 spettatori entusiasti e desiderosi di manife-

starlo con tutti i decibel di un concerto ad Hyde Park. La vitto-

ria del popolo, forse. Anche di quello che ha votato per il

“leave”, per l'uscita dalla UE. «A volte i cambiamenti sono un

fatto positivo», ha buttato lì Hamilton vellicando il populismo

dei fan meno cosmopoliti. «L'Inghilterra è una economia trai-

nante, continuerà ad esserlo».