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Dall’esterno la parte più scioccante è stata vedere il volante

staccarsi…

“In realtà me ne sono accorto solo quando mi sono fermato!

Un plauso va comunque alla sicurezza. Le parti vitali non si sono

danneggiate, il che significa che sono stati fatti enormi pro-

gressi”.

Sarai dunque contento dell’introduzione della protezione

dell’abitacolo a partire dal 2018?

“Assolutamente, come detto, le auto di oggi sono molto si-

cure, però la testa non è ben protetta. Qualunque sarà il si-

stema scelto dalla FIA, che sia l’Halo o altro, sarà un plus

importante”.

Prima di arrivare in F.1 hai corso per diverse stagioni in GP2.

Come hai avvertito lo step nella massima serie?

“Dal punto di vista della guida non ho notato grosse discre-

panze, mentre per tutto il resto sì essendomi trovato all’im-

provviso ad aver a che fare con i media, gli sponsor e le attività

collaterali. Anche la mia popolarità è cresciuta. Ad esempio in

Svezia ora tutti mi conoscono. In poco tempo sono cambiate

molte cose ma lo considero un piacere non un fastidio”.

Da quando sei approdato nel Circus hai dovuto confrontarti

con situazioni finanziarie complicate. Quanto questi impre-

visti hanno disturbato il tuo lavoro?

“Di certo non è stato l’ideale perché invece di focalizzarmi sol-

tanto sulla guida ho dovuto fare i conti con altre vicende. Da

pilota però, devi dimostrare di essere in grado di sconnetterti

e pensare solo al tuo mestiere, che è quello di essere più veloce

possibile. Alla fine penso di esserci riuscito nonostante tutto”.

Nella F.1 attuale secondo te quanto conta disporre di una

buona dose di denaro e di un patrocinatore importante?

“I soldi servono, tuttavia è fondamentale la performance in

pista. E’ sempre stato così. Quanto pesi avere le spalle coperte

in questo senso non lo so”.

Per l’ennesima volta è stato modificato il regolamento sui

messaggi radio. La reputi una decisione opportuna?

“In effetti dal 2015 la regola è stata rimaneggiata parecchio.

Dal non poter dire più nulla al tutto consentito. Personalmente

non mi sono posto molte domande sulla questione. Ciò che

conta è tirare fuori il massimo da quello che lo sport permette.

Penso che in ogni caso sarà più semplice per noi visto che dai

box potranno darci maggiori indicazioni”.

Ritieni almeno che migliorerà lo spettacolo?

“Non so se potrà essere un intervento positivo in toto. In ter-

mini di show penso sarà uguale. In fin dei conti la gente desi-

dera vedere la battaglia in pista e corse animate, qualcosa di

diverso rispetto ai team radio”.