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continuità – mentre sul piano della velocità pura e della capa-
cità di dominare in termini di velocità pura un GP dal venerdì
alla domenica, di solito Nico raccoglie meno consensi. Un
«mega Nico weekend» lo ha voluto definire Wolff, che ora si
aspetta di rivederne un altro in Malesia.
Il momento no
è tutto di Hamilton
Come spesso accade, e come è accaduto anche quest'anno, al
momento sì di uno dei duellanti corrisponde il momento no
dell'altro. Quello di Hamilton è iniziato a Spa, dove ha dovuto
scontare la penalità per il cambio della power-unit. A Monza
tutto sembrava risolto, ma dopo aver spadroneggiato fino a
sabato Hamilton ha pagato una brutta partenza. Due cause
esterne, due sconfitte, a Singapore però la musica è cambiata.
E' stato Rosberg a vincere, mentre Hamilton senza grossi pro-
blemi apparenti non è mai riuscito a trovare uno spunto dei
suoi. «Non mi preoccupa troppo aver perso la leadership nel
campionato – ha buttato lì Lewis - dopo tutto quello che mi è
successo quest'anno sono ancora in piena corsa. Manca ancora
tanta strada alla fine, darò tutto quello che ho». La sensazione
è che lo sprint sia davvero molto serrato, e che Hamilton abbia
le armi per rimontare ancora. Ma che stavolta non si debba
aspettare un crollo di Rosberg come quello del 2014, quando
con un vantaggio di 22 punti sul compagno riuscì a vincere solo
una delle ultime sei gare, mentre Hamilton si prese tutte le
altre. Il GP della Malesia, del Giappone e degli Stati Uniti si
adattano più alle caratteristiche di Hamilton, Nico ha dimo-
strato di trovarsi bene sia in Brasile sia in Messico, dove l'anno
scorso vinse la prima edizione del GP locale dopo anni di as-
senza dal calendario. Chissà che stavolta non si decida tutto a
Yas Marina, in un tramonto fatto tutto d'argento.