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GP SINGAPORE

Ferrari

Problemi in qualifica

Raikkonen perplesso

Ecco, il problema resta quando, perché i lati positivi del GP

asiatico finiscono qui. In qualifica la Ferrari ha deluso ancora

una volta, mostrando fra l'altro di avere ancora problemi di

affidabilità, costringendo Vettel a partire da fondo schiera-

mento, mentre Kimi non è andato oltre la mediocrità. E

anche in gara la strategia pensata per consentire al finlan-

dese di lottare con un Hamilton fra l'altro abbastanza

spento, non ruggente come al solito, ha lasciato perplessi.

Quando Kimi è stato richiamato ai box, il giro dopo l'under-

score, la sosta anticipata di Hamilton alla 45esima tornata,

aveva 28 secondi di vantaggio. Aveva montato le gomme

supersoft al 33esimo giro, lo stesso dell'inglese, forse (pro-

babilmente? ) chissà, gli sarebbero bastati per restare da-

vanti comunque. Invece, quando è rientrato in pista si è visto

sfilare appena davanti la freccia d'argento del rivale. Una

beffa. Manca la controprova, resta il sospetto che non si sia

trattato esattamente di una magata. In pista aveva vinto

Kimi, il muretto ha rimesso davanti Hamilton. Per Maurizio

Arrivabene, che quest'anno ha il difficile compito di difen-

dere molte cause perse, «abbiamo fatto comunque una gara

d'attacco, e anche nel caso di Raikkonen la strategia era

quella giusta, visto quanto ha guadagnato poi Ricciardo su

Rosberg se Kimi fosse rimasto in pista con le soft non sa-

rebbe riuscito a tenere dietro Hamilton». Il diretto interes-

sato è sembrato però meno convinto. «Non ho capito come

abbia fatto Lewis a passarmi di nuovo», ha ammesso Raik-

konen. «Forse con il senno di poi non riproverei la stessa

strategia. Comunque la macchina si è comportata bene, ero

veloce ed è stata comunque una bella gara». L'ennesima oc-

casione persa, però, e considerato che anche con un Ver-

stappen al ribasso è bastata la grande vena di Ricciardo per

consentire alla Red Bull di incrementare, anche se di poco, il

vantaggio fra i costruttori.

Vettel che rimonta

ma ci si accontenta

Anche la bella prova di Vettel, analizzata a freddo, non può

esaltare più di tanto, perché se è vero che ha rimontato 17

posizioni bisogna anche ammettere che parecchie erano se

non scontate, molto probabili visto la differenza di rendi-

mento abissale che c'è fra i top-team e il resto della truppa.

Seb montava fra l'altro il nuovo motore, il sesto della sta-

gione, e partire comunque ultimo gli ha risparmiato di pa-

gare pegno (25 posizioni di penalità) nei successivi Gran

Premi, altra assurdità di una F.1 che da tempo ha smarrito il

buon senso. «Sono partito male, speravo di rimontare pa-

recchie posizioni già al primo giro, ma non mi è riuscito. Non

è facile mandare in temperatura le soft, ho potuto scate-

narmi solo quando ho montato le ultrasoft. E se fosse uscita

una safety-car al momento giusto... Dopo la qualifica ero giù

di morale, ringrazio il team per avere azzeccato la strategia».

Forse la soluzione sta proprio nel porsi obiettivi minimi – ri-

spetto ai sogni di gloria di inizio stagione - vivere alla gior-

nata e contentarsi di lottare nelle prossime sei gare per fare

qualche bel sorpasso, sperando nelle disgrazie della Red

Bull. Realistico. Ma poco esaltante, se sulla carrozzeria hai

stampato un cavallino rampante.