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GP MESSICO
Cover story
Troppo spazio
ai commissari
Il resto del paddock, bloccato in gerarchie antiche, ha vissuto
male il suo avvento; cerca di imbrigliarlo e neutralizzarlo, ma è
sintomatico – e paradossale – che in Messico Vettel sia stato
punito e privato del podio per aver compiuto una manovra che
violava la “regola anti-Verstappen”, approvata da poco proprio
per punire le 'bastardate' dell'olandese in frenata. Per carità,
le regole servono, e vanno applicate. Però come è auspicabile
che la F.1 torni ad essere un confronto fra piloti oltre che fra
ingegneri e muretti, bisogna fare in modo che le regole siano
poche, semplici, comprensibili da chiunque. Che lascino il minor
margine possibile all'arbitrio dei commissari ma che evitino
anche il balletto di sanzioni e controsanzioni del dopo gara.
Che credibilità può avere un GP il cui podio viene ribaltato a
fine gara, e poi di nuovo stravolto due ore dopo? Così si ot-
tiene solo un risultato sicuro: far scappare gli appassionati.
Il duello fra Vettel e Ricciardo è stato ruvido, ma leale, l'essenza
delle corse. Seb può giustamente lamentarsi di essere stato
penalizzato, mentre dovrebbe pentirsi della sua reazione dav-
vero eccessiva nei confronti di Verstappen e di Charlie Whiting.
Anche Hamilton aveva tagliato una curva in partenza, e non è
stato punito. Max ha ritenuto di fare lo stesso – rivelando che
era stato lo stesso Christian Horner a raccomandarglielo – per-
ché in quel momento non sapeva bene cosa era meglio fare.
Non poteva sapere e decidere, come hanno fatto i commissari
ore e ore dopo la fine della gara, compulsando i tracciati della
telemetria, che Hamilton (forse) non aveva guadagnato nulla
dal suo taglio. Al di là dei fatti messicani, l'effetto Verstappen
resta, e dovrebbe indicarci la strada da seguire. A chi compie
scorrettezze molto gravi, bandiera nera e arrivederci. In tutte
le altre occasioni, per favore, lasciateli correre.
La partenza di Hamilton con taglio di chicane
giudicata regolare dalla direzione gara