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Stefano Semeraro
Lewis Hamilton in Messico ha vinto il suo 51esimo Gran Premio
di Formula 1, eguagliando Alain Prost. Il suo problema però è
che deve rimontare ancora 19 punti ad un avversario, il suo com-
pagno di squadra Nico Rosberg, che sta correndo.... alla
Prost. Rischiando lo stretto necessario, calcolando quanti punti
può permettersi di lasciare per strada, non inseguendo la vittoria
– nonostante i proclami roboanti della vigilia – ma accontentan-
dosi dei piazzamenti. Un po' come fece suo papà Keke, iridato
nel 1982 con appena una vittoria ma un cammino regolarissimo.
Possiamo biasimarlo? Certo che no. In Messico il tedesco della
Mercedes ha avuto a disposizione un primo matchpoint, in Bra-
sile ne avrà un secondo, e stavolta gli basterebbe vincere, indi-
pendentemente dal piazzamento del rivale, per assicurarsi il
primo campionato di F.1 della sua carriera.
In tutto il weekend Hamilton è stato superiore, si è preso la pole
e in gara ha avuto un unico momento di incertezza alla partenza,
quando è andato lungo e ha tagliato la chicane andando a met-
tere le ruote sull'erba. I commissari e la telemetria hanno deciso
(a gara conclusa) che nell'occasione Hamilton aveva rallentato
non capitalizzando il vantaggio acquisito, e quindi hanno deciso
di non punirlo, comunque la gara l'ha dominata lui.
Rosberg non lo ha impensierito, anzi ha dovuto, specialmente in
partenza, badare piuttosto a difendersi dalla furia orange di Max
Verstappen – sempre lui. «La differenza fra me e Rosberg l'hanno
fatta i guai meccanici», aveva brontolato alla vigilia Lewis, rife-
rendosi soprattutto all'arrosto di bielle e pistoni della Malesia.
Dopo la gara ha fatto invece sfoggio di stoicismo. «Sono in una
situazione in cui è più facile perdere il campionato piuttosto che
vincerlo. E' dura da mandare giù, ma è così. Ho perso abba-
stanza gare in carriera quindi so come funziona. Ho anche perso
un campionato nel 2007 (quando fu beffato da Raikkonen, ndr)
e sono sicuro che non sarebbe peggio di quella volta. Al mo-
mento comunque non è il titolo a cui penso, ma a fare il meglio
possibile nelle gare che restano».
Rosberg dal canto suo, tirato un sospiro di sollievo per aver
scampato in partenza, alla vigilia di Halloween, un incidente che
gli sarebbe costato carissimo. Schivato lo scherzetto, è arrivato
il dolcetto. «E' stata una gara dura – ha ammesso – allo start ho
visto un buco e ho pensato che avrei potuto passare Lewis
quando ho visto che lui bloccava le gomme e finiva sull'erba. Al-
l'improvviso Verstappen mi ha colpito e sono finito anch'io nel-
l'erba. Per fortuna il contatto non ha danneggiato la macchina
né mi ha fatto perdere la posizione. Hamilton comunque qui era
veloce, quindi non sono riuscito a vincere, ma arrivare secondo
non è male. Interlagos si adatta meglio alle Mercedes, quindi
non vedo l'ora di essere là e vedere cosa riusciremo a fare».