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Macau GP

Il racconto

Taxi, Ferry e strade sconosciute

Il viaggio è veramente a prova di occidentale imbranato, tra aeroporto,

autobus e TurboJet, l’aliscafo che da Hong Kong arriva al Ferry Termi-

nal, davanti al paddock. Per il resto, ci si muove col taxi, se si ha la pa-

zienza di far la coda. Altissima la presenza di Toyota ibride, e di tassisti

che, oltre a non spiaccicare mezza parola di inglese, non conoscono la

strada nonostante il fatto che la città misuri meno di 4km da parte a

parte: forse per il Grand Prix li hanno “importati”?

Navetta e traffico… da corsa

Che la navetta stampa di Macao non sia uguale a quella degli altri cir-

cuiti lo capisci quando passi per la terza volta nello stesso posto. Oltre

al fatto che gira su strade normali, iper-trafficate. Massacrante, specie

il primo giorno, quando la gente si trova di colpo con le strade chiuse

e impazzisce. Poi, la situazione migliora. La navetta è bellissima perché

passa per anche per le strade interne. Ti permette di vedere un po’ di

dietro le quinte, curiosità della vita quotidiana. Anche le vetture, nelle

prove, sono recuperate tramite strade normali, dato che si cerca di oc-

cupare la pista meno possibile: il risultato sono i carri attrezzi… in coda

in tangenziale. Dopo le attività, la pista viene riaperta al traffico rego-

lare, quindi nel ritorno all’hotel si passa sempre dal rettilineo. Interes-

sante. Unica eccezione alla chiusura del percorso, la possibilità per i

residenti, in caso di bandiere rosse o interruzioni, di essere “scortati”

dai commissari attraverso la pista per risparmiare tempo.