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L’INTERVISTA

Onofrio Veneziani

Onofrio, hai tanti anni di esperienza nel mondo del motor-

sport. Qual è stato il tuo cammino?

«La mia carriera nelle corse è iniziata nel 2003 collaborando

con Gianmaria Bruni: è stato il primo pilota con cui ho lavorato.

Dopodiché ho continuato per diversi anni con il team ADM, in

diverse categorie come ad esempio la Euroseries 3000 o la

Formula Master. Nel frattempo ho seguito altri corridori, tra i

quali Edoardo Piscopo, alla cui famiglia devo tantissimo, e poi

Vicky Piria, Gianmarco Ercoli, Leonardo Pulcini. Questo per-

corso per me è durato fino al 2015. Sono stati dodici anni du-

rante i quali sono stato al fianco anche diverse fra le principali

formazioni italiane presenti nelle monoposto, e con varie re-

altà nel karting. Fra queste, in particolare, la PCR. Nel 2015

ho poi preso la decisione di fondare insieme a Franco Ercoli

una squadra per partecipare alla Euro Nascar».

Arriviamo quindi ad oggi. Come è nato il progetto Double

T?

«Tutto è partito seguendo Gianmarco Ercoli in qualità di ma-

nager. Nel 2014 avevamo disputato tre appuntamenti del cam-

pionato con un altro team, quindi è venuta la decisione di

provare il salto creando un’attività tutta nostra. Mi sono ba-

sato sulle competenze che ho acquisito negli anni. Ho unito

così le forze con il mio socio Franco Ercoli, importante impren-

ditore nel settore alimentare».

Perché avete scelto proprio di misurarvi con le stock-car? In

Europa stanno prendendo piede solo in tempi recenti.

«Abbiamo voluto questa categoria perché ci ha subito colpito

moltissimo. Innanzitutto per il tanto seguito presente alle

gare, seppur in Italia stia acquisendo notorietà soltanto

adesso. Ci è piaciuta la filosofia tipicamente americana di met-

tere al centro lo show, senza fossilizzarsi troppo su aspetti pu-

ramente tecnici che non sempre vengono colti. Questo

campionato è nato circa cinque o sei anni fa con pochissimi

iscritti, senza grande considerazione, ma ora vanta ben 27

macchine e un totale di 54 piloti che arrivano da ogni parte

del pianeta. Ad oggi in Europa è difficile trovare eventi capaci

di attirare 30 o 40 mila spettatori a weekend. E l’organizza-

zione è eccezionale, anche a livello di marketing. Per i tifosi

non ci sono barriere, con un biglietto di pochi euro è possibile

pure camminare in pit-lane e osservare da vicino le auto e i

protagonisti della competizione. Purtroppo l’Italia è rimasta

un po’ indietro, in particolare perché manca una emittente che

garantisca la copertura televisiva».

L’avventura della Double T è stata subito battezzata con il

titolo nella classe Elite 2, proprio grazie a Ercoli.

«Ammetto che il nostro è un racconto quasi da libro Cuore:

abbiamo cominciato senza avere neppure un’officina o un ca-

mion. In questo devo ringraziare Cesare Speranza della PCR,

che mi ha fornito un aiuto fondamentale. Il primo test in pista

lo abbiamo affrontato portando la macchina sul carrello. Se

volessimo fare un paragone, è come se una piccola neopro-

mossa riuscisse a conquistare immediatamente lo scudetto in

Serie A. Abbiamo fronteggiato compagini provenienti da tutta

Europa, di alto profilo tecnico e di esperienza. Sicuramente ha

influito il nostro coraggio, la bravura dei nostri piloti e del no-

stro staff, e ovviamente la giusta dose di fortuna».

Quello di Ercoli è un curriculum particolare: è approdato in

Euro Nascar diretto dal karting, senza passare dalle mono-

posto.

«Con il passare degli anni ho capito che per i ragazzi italiani

l’approdo in Formula 1 è diventato sempre più difficile, per-

ché la trafila dalle monoposto è divenuta troppo onerosa a

livello economico. Già nel karting troviamo anzi sempre più

stranieri, con maggiori disponibilità e ben preparati grazie

anche al supporto di sponsor e case costruttrici. Il cammino

è impegnativo, seppur non impossibile, ma per questo ho

pensato che fosse necessario battere strade nuove. Nel caso

di Gianmarco stiamo parlando di un pilota con tanti successi

di prestigio sui kart, ma con suo padre abbiamo preferito

guardare in faccia la realtà: non disponevamo di budget fa-

raonici e abbiamo optato per questa sfida».

In generale avete sempre un occhio di riguardo per quanto

accade nel karting.

«È vero, attingiamo moltissimo dal karting. In effetti siamo

il team in Euro Nascar che sfrutta maggiormente questa ri-

sorsa: lo conferma non solo l’aver messo in campo Ercoli, ma

anche Riccardo Geltrude che si è dimostrato la grande rive-

lazione del 2016 diventando il miglior rookie nella Elite 2.

L’anno prossimo potrà sicuramente ambire al campionato».

In generale qual è il bilancio della stagione 2016?

«È andata abbastanza bene, avendo appunto vinto il trofeo

rookie nella Elite 2 con Geltrude, oltre alla categoria Legend

con Dario Caso. Siamo arrivati secondi fra i gentleman con

Lorenzo Calcinati, abbiamo vinto gare e segnato pole-posi-

tion. Purtroppo un po’ di sfortuna non ci ha permesso di rac-

cogliere tutto quanto avremmo desiderato, ma dobbiamo