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GP AUSTRALIA
Intervista/Villeneuve
La Red Bull sarà di nuovo la terza incomoda?
«Sembra molto veloce, ma anche poco consistente, difficile da
guidare. E alla Red Bull hanno piloti veloci, ma non adatti a svi-
lupparla. Al momento solo la Ferrari ha due guide di esperienza
in grado di fare un lavoro del genere. Questo credo sarà il pro-
blema della Red Bull in prospettiva».
Verstappen è pronto per diventare il nuovo Hamilton?
«Ha dimostrato di essere aggressivo, veloce, divertente, ma i
punti poi li ha portati Ricciardo. L'anno scorso Max si è giocato
un jolly, quest'anno se perderà punti non glielo perdoneranno
tanto facilmente. Credo che sarà una stagione più complicata per
lui».
Il binomio Honda-McLaren uscirà dalla crisi?
«No, l'avevo già detto tre anni fa. Anche se cambieranno motore
in McLaren hanno perso sponsor e credibilità. E' un grosso pro-
blema, non vedo una soluzione».
Che cosa pensa dei nuovi regolamenti? Vedremo gare più di-
vertenti? Che idea si è fatta delle nuove monoposto?
«In rettilineo questa macchine muovono più aria, quindi il DRS
avrà meno effetto, ma continuerà ad averlo. Sono più veloci in
curva, ma pesano tanto, 730 chili, 130 in più rispetto a quelle che
montavano i motori V10 e V8, quindi non sono nervose, mentre
è proprio con macchine difficili da guidare che si vede più il ta-
lento».
Le power unit ibride non le piacciono proprio, vero?
«Sono pesanti, noiose. Ti fanno perdere 4 secondi al giro e spen-
dere un sacco di soldi. Se avessero continuato con il V10 che 20
anni fa già aveva 1000 cavalli oggi non consumerebbe tanta ben-
zina, invece ne hanno bloccato lo sviluppo. Sì, odio questo mo-
tore. E conosco pochi che ne vorrebbero uno così sulla propria
macchina stradale».
Liberty Media si prepara a rivoluzionare la F.1 puntando sullo
show: d'accordo?
«Non ho ancora capito come si muoveranno, ma pensare che lo
show sia la cosa principale è sbagliato. La F.1 lo sta facendo da
dieci anni e ogni volta perde tifosi. Bisogna creare gladiatori, per-
sonaggi che sappiano far sognare e immedesimare il pubblico.
Che ci frega dei sorpassi finti, che si fanno premendo un bottone.
Ai bei tempi ai test c'erano 40 mila persone in tribuna, e nei test
non vedi certo i sorpassi».
Ross Brawn ha ragione a voler dare più soldi ai piccoli team per
evitare che si scelgano i piloti in base agli sponsor di cui dispon-
gono?
«Se tu dai più soldi ai piccoli team loro comunque prenderanno i
piloti con la valigia per risparmiare. Non cambierà niente. Oggi
già il kart costa una cifra, è finita l'epoca in cui arrivavi in alto solo
con il talento. Quando un padre mi viene a chiedere un consiglio
per il figlio gli rispondo: fagli fare altro. Il mestiere è cambiato, è
bruttissimo. Un tempo avevi strutture che ti finanziavano, c'era il
tabacco per esempio, ma ormai tutti si sono abituati ai soldi por-
tati dai piloti. L'altro problema è che in F.1 le gare sono troppe si-
cure. Un tempo anche i padri ricchi scoraggiavano i figli. Gli
dicevano: se vuoi correre cambiati il cognome. Oggi invece sono
i primi a spingerli: sarai un campione, una star. Non vogliono ve-
derli in moto o sugli sci, perché è più pericoloso. La F.1 invece è
come un gioco».
Jacques Villeneuve
con Davide Valsecchi
e Federica Masolin
* una versione più ampia di questa intervista è stata pubblicata sabato scorso sul Corriere dello Sport