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Cesaris, Paolo Barilla, Gabriele Tarquini, Gianni Morbidelli,

Claudio Langes, Bruno Giacomelli. Era un periodo decisamente

florido per l’intero movimento, tra sponsor, squadre e case co-

struttrici. Forse era anche maggiore la passione del Paese nei

confronti di questo sport, a tutti i suoi livelli. Quella potenza di

fuoco è andata piano piano esaurendosi, in quella misura

adesso è chiaramente irripetibile.

Da Giovinazzi

un nuovo inizio?

Dalla fine dello scorso millennio, a difendere l’onore nazionale

sono stati solo Giancarlo Fisichella e il già citato Trulli, entrati

in F1 rispettivamente nel 1996 e 1997. Due certezze, o molto

più probabilmente due appigli, spesso capaci di exploit signi-

ficativi. A dar manforte alla causa dal 2005 è stato anche Liuzzi,

senza dimenticare l'infelice esperienza di Luca Badoer nel 2009,

quando per due gare fu promosso dalla Ferrari per sostituire

l'infortunato Felipe Massa. Ma dopo undici anni confinato nel

ruolo di collaudatore (e con eperienze precedenti in Minardi e

Forti), era troppo tardi per essere competitivo. Senza Fisichella,

Trulli e Liuzzi si è palesata la difficoltà di un ricambio genera-

zionale, seppur i segnali fossero evidenti già da tempo e poco

sia stato fatto per porre rimedio in anticipo. Ci auguriamo che

ormai il peggio sia passato, magari con Giovinazzi stabilmente

ai nastri di partenza del Mondiale almeno per il 2018. Diven-

tando il traino di una riscossa.

Giancarlo Fisichella,

ultimo pilota italiano

a salire sul podio in F.1

nel 2009 a Spa

con la Force India