Previous Page  22 / 48 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 22 / 48 Next Page
Page Background

22

GP AUSTRALIA

Italian story

Jacopo Rubino

Fino al repentino esordio di Antonio Giovinazzi, sono stati esat-

tamente 101 i piloti italiani ad essere scesi in pista in un evento

di Formula 1. Se non fosse chiaro, abbiamo ottimi motivi per

gonfiare il petto: soltanto la solita Gran Bretagna ha fatto di

più, con 156 rappresentanti, ma restiamo parecchio in vantag-

gio su Francia (76) e Germania (54). Va, però, precisato che 17

dei nostri, fra mancate qualificazioni o chiamati all’opera solo

in prova, non hanno mai preso il via di un Gran Premio. Fra que-

sti anche Raffaele Marciello, che nel 2015 ha disputato quattro

sessioni del venerdì al volante della Sauber. A posteriori si è ri-

velato purtroppo un semplice contentino, mentre gli appassio-

nati hanno dovuto continuare ad attendere un azzurro sulla

schieramento dal 27 novembre 2011.

Oltre cinque anni

senza italiani al via

Quel giorno andava in scena il Gran Premio del Brasile, l’ultimo

del calendario, con Jarno Trulli e Vitantonio Liuzzi al via, ma ri-

masti fuori dai giochi per l’anno successivo. Trulli in verità

avrebbe dovuto proseguire con la Caterham per il 2012, ma a

precampionato già iniziato la scuderia anglo-malese lo mise a

piedi puntando su Vitaly Petrov. Da lì vuoto quasi totale, com-

plice il progressivo calo di presenze nelle categorie addestra-

tive e risultati non sempre all’altezza, per varie ragioni. A

Davide Valsecchi, comunque, non è bastato nemmeno il titolo

in GP2 Series del 2012: il comasco l’anno precedente era stato

collaudatore Caterham, girando a sua volta in due turni del ve-

nerdì, nel 2013 fu invece arruolato dalla Lotus. Ma senza prati-

camente avere spazio, a parte mezza giornata di test invernali

per sostituire un Kimi Raikkonen indisposto. Quando il finlan-

dese diede forfait per le tappe di Austin e Abu Dhabi, la squa-

dra preferì chiamare un inconsistente Heikki Kovalainen.

L’Italia era

sempre presente

Fino al 26 marzo 2017 sono stati cinque anni e mezzo davvero

lunghi per l’Italia a quattro ruote, prima nazione a vantare un

campione del mondo con Nino Farina (e l’Alfa Romeo) nel

1950, imitato dal ferrarista Alberto Ascari nel biennio 1952-

1953. Da allora l’iride è un tabù, forse avvicinato sul serio uni-

camente da Michele Alboreto nella rimpianta campagna

dell’85, ma ad ogni stagione il nostro automobilismo non ha

mai fatto mancare il suo contributo umano in griglia. Almeno

con un alfiere, persino nelle fasi più buie come a cavallo degli

anni Sessanta. Una bandiera è rimasta sempre piantata, per or-

goglio e per le statistiche.

Nel 1990 ben

15 italiani iscritti

Si resta a bocca aperta, oggi, a pensare che nel 1990 gli italiani

iscritti fossero addirittura 15, ed è impressionate elencarli: in

rigoroso ordine di classifica, Riccardo Patrese, Alessandro Nan-

nini, Ivan Capelli, Alex Caffi, Stefano Modena, Nicola Larini,

Pierluigi Martini, Michele Alboreto, Emanuele Pirro, Andrea De

A Valsecchi non è servito

il titolo GP2 ottenuto nel 2012