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Massimo Costa

C’era molta attesa alla vigilia del primo Gran Premio europeo per quanto riguarda la Red

Bull. Si era parlato di una versione B della RB13 firmata da Adrian Newey, che inseguendo

altri progetti targati Dieter Mateschitz, non aveva firmato le ultime nate del team diretto

da Christian Horner. Per la gara catalana, Newey doveva intervenire pesantemente sulla

RB13 mettendo a disposizione il proprio genio. Ma così non è stato e nel paddock di Mon-

tmelò è arrivata una Red Bull con qualche novità aerodinamica non trascendentale, niente

di che insomma. E le prestazioni non sono affatto migliorate, se non in qualifica con Max

Verstappen che ha guadagnato qualche decimo nei confronti della Ferrari e della Mercedes.

Ma in gara… “Mi avrebbero doppiato se ci fosse stato qualche giro in più”, ha detto ne-

anche tanto sconsolato Daniel Ricciardo al termine del GP. Terzo al traguardo, a 1’15” da

Hamilton, l’australiano era comunque di buon umore. “Non sono partito bene e questo mi

ha probabilmente permesso di evitare il caos che si è innescato alla prima curva quando

Bottas, Raikkonen e Verstappen sono entrati in contatto. Avrei potuto esserci io là in mezzo,

invece ero poco dietro e sono sfilato via. Il terzo posto finale è una bella cosa ed è arrivato

anche con un po’ di fortuna per il ritiro di Bottas nel finale, ma è un segnale che siamo ben

presenti. Certo che se Lewis e Seb si fossero buttati fuori…”.

Ricciardo è terzo ma…

“Potevano doppiarmi”

Ricciardo però, non era per nulla soddisfatto dal divario prestazionale in gara: “Ho segnato

il terzo giro più veloce, ma potevano anche doppiarmi. In qualifica ci siamo avvicinati ri-

spetto ai precedenti appuntamenti, ma sulla distanza ancora non ci siamo”. Poi, uno spira-

glio di luce guardando avanti: “Tra due domeniche però, andiamo a Montecarlo, un circuito

cittadino che mi esalta e dove certe differenze prestazionali possono passare in secondo

piano”. E’ comunque carico Ricciardo. Non solo per il primo podio 2017 conquistato, ma

perché in classifica generale è ora davanti a Verstappen: 37 punti per lui, 35 per Max. Il

rapporto tra i due piloti Red Bull appare privo di scorie, ma si sa che vivere nello stesso

box con l’olandese e chi lo circonda, non è per nulla facile. Non è un caso che giovedì, Ric-

ciardo abbia volutamente affrontato un argomento spinoso senza peli sulla lingua, parlando

di Verstappen così: “La sua forza sta sicuramente nella determinazione. Vuole sempre por-

tare la macchina al limite e questo va benissimo. La sua debolezza invece, è nell'età. Non

in quella agonistica, perché corre da tanti anni, è un fatto di vita. Ha bisogno di assorbire

maggiormente da chi è più vecchio di lui. L'anno scorso quando ha combinato qualche

guaio in frenata, i piloti più esperti gli dicevano: ‘guarda, questa cosa non va bene’, ma lui

rispondeva: ‘so quello che faccio’. Così dimostra personalità, ma alla lunga può diventare

una debolezza. Credo che con il tempo imparerà ad ascoltare di più”.

Il compagno perfetto

per Vettel nel 2018

Parole da fratello maggiore, ma potrebbe anche essere interpretato come un segnale lan-

ciato da qualcuno che si sta stancando della convivenza con il baby? Cosa accaduta anche

a Carlos Sainz in Toro Rosso, per esempio. Ricciardo è certamente appetibile sul mercato

e la Ferrari è in prima linea se con Kimi Raikkonen si deciderà di piantarla lì a fine anno. Di-

pende dalla tipologia dei contratti, dipende se a Maranello riterranno sensato pagare even-

tuali cauzioni, sicuramente pesanti dal punto di vista economico. Una Ferrari vincente come

è quella attuale è sicuramente nel mirino di tanti piloti, Ricciardo in testa. Daniel con Vettel

si è sempre trovato bene nonostante le apparenze vissute in passato, la sua goliardia fa-

rebbe subito innamorare i milioni di tifosi della Rossa, è figlio di immigrati italiani e poi…

un australiano a Maranello non lo si è mai visto. Prospettiva interessante anche per aprire

nuovi mercati. Ma siamo nel campo delle illazioni. Per ora Ricciardo ha un obiettivo a medio

termine: Montecarlo. Nel Principato non ha mai vinto e ci andò vicinissimo lo scorso anno,

ma un errore incredibile del box Red Bull che non si fece trovare pronto al pit-stop, gli pre-

cluse la via verso un successo certo. Uno sbaglio terribile del team, che arrivò due settimane

dopo la strategia pro-Verstappen nel GP di Spagna, che l’olandese vinse nella sua prima

gara in cui sostituì Daniil Kvyat. Due episodi pesante da digerire e che nella mente di Ric-

ciardo continuano a frullare…