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sono nettamente cambiate grazie a una RS16 decisamente efficace,
e che conNicoHulkenberg ha trovato i punti ben tre volte su cinque
negli ultimi tre Gran Premi (entrando anche tre volte in Q3), Palmer
è rimasto lo stesso del 2016. Non che guidi la vettura dello scorso
anno…ma parrebbe proprio di sì. Quando ha lanciato il suo unico
acuto, a Sakhir centrando la Q3, in gara non ha avuto il ritmo del
suo compagno, finito a punti mentre lui ha chiuso 13esimo. Disa-
stroso invece, nelle altre qualifiche così come in gara, vedi Mon-
tmelò, 15esimo con Hulkenberg sesto al traguardo. Di tempo ne
ha avuto Palmer per crescere, ma evidentemente ci sono limiti im-
possibili da superare per lui. Il suo futuro in Renault appare molto
complicato e potrebbe anche non finire la stagione.
Stroll tentenna
Debutto affrettato?
Debuttare in F.1 a 18 anni appena compiuti, con queste monopo-
sto così difficili e muscolose, non è certo facile. Stroll però, nono-
stante qualche buon segnale lanciato in qualifica, addirittura è
entrato in Q3 a Shanghai nel secondo appuntamento stagionale,
sta faticando oltre ogni previsione. AMontmelò, pista complicata
e dura, c’è stato un significativo passo indietro, 18esimo al sabato
e mai in gara per qualcosa di buono la domenica. E dire che la Wil-
liams-Mercedes poteva puntare alla zona punti. Se qualcuno pen-
sava che Stroll potesse fare un debutto alla Verstappen (entrambi
sono arrivati in F.1 dalla F.3 europea) o stare con facilità davanti a
Massa, si è sbagliato di grosso. Stroll deve studiare ancora parec-
chio prima di raggiungere certi livelli e una certa costanza di ren-
dimento. In F.3 ha evidenziato indubbie doti, ma ora che si ritrova
al volante di una monoposto durissima e senza la possibilità di
provare prima sulle piste in calendario (vizietto che alla lunga non
paga), tutti i nodi vengono al pettine. Lance però, non è certo a
rischio sedile, ben pagato anche per il futuro.
Vandoorne soffre
che gli succede?
Sul talento di Vandoorne non si discute. Un ragazzo che vince la Eu-
rocup Renault battendo Kvyat all’ultima gara, che è vice campione
al debutto sia in World Series Renault (sconfitto da Magnussen) sia
in GP2 (preceduto da Palmer, guarda un po’ le coincidenze), e che
poi ha dominato la stessa GP2 l’anno seguente, è un predestinato.
Tanto più se ricordiamo l’incredibile apparizione con la McLaren nel
GP del Bahrain del 2016, chiamato a sostituire Alonso all’ultimomo-
mento, arrivato il giovedì dal Giappone col fiatone (dove ha corso
in Super Formula, parcheggiato da Ron Dennis) e a punti la dome-
nica nella sua prima gara F.1. Quest’anno, finalmente promosso dalla
McLaren al fianco di Alonso, ci si attendeva di vederlo subito al livello
dello spagnolo. Un po’ come accadde con Hamilton nel 2007
quando l’inglese neo campione GP2 mise alle corde l’asturiano. In-
vece, Vandoorne arranca. Certo, la McLaren-Honda deve essere
qualcosa di molto complicato, ma le giustificazioni contano poco
alla fine. Vandoorne non è più un ragazzino avendo già 25 anni, si è
formatomolto bene nelle serie inferiori, ha tanti chilometri ed espe-
rienza sulle spalle. Come mai è così in difficoltà? Non è forse ben
seguito dal team? C’è qualche problema che non conosciamo? Spe-
riamo che trovi il giusto ritmo e che non ripeta errori così pacchiani
come quello di domenica, quando ha urtatoMassa non avvedendosi
che era al suo fianco, come fosse distratto da una chiamata al tele-
fonino…
Lance
Stroll