Previous Page  42 / 54 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 42 / 54 Next Page
Page Background

42

INDYCAR

Il fatto

L’Iceman Dixon decolla

ma non si scompone

Scott Dixon, come Iceman, vince il duello con Kimi Raikkonen

dieci a zero: preciso, perfetto ed imperturbabile. In pista e

fuori. Prendersi la pole per la Indy 500, vedersi poco dopo pun-

tare una pistola alla tempia in una rapina e poi volare nelle bar-

riere in uno dei decolli più paurosi che si ricordassero a Indy.

Raccontando il tutto come se parlasse di una stringa slacciata.

Dixon dopotutto ha sempre avuto un coraggio da leone. Non

però un coraggio fine a se stesso, ad un briciolo di follia, ma

dettato dalla fiducia incrollabile nei propri mezzi e nelle per-

sone di cui si circonda. Passato sullo sporco, Jay Howard ha

toccato le barriere attraversando la pista mentre sopraggiun-

geva Dixon che, decollato, ha volato fino alle barriere interne

colpendole forte col roll-bar. Spezzata in due la vettura, e qual-

che dolore. Ma più che altro, tanta rabbia per aver perso la lea-

dership della classifica. Il neozelandese di ghiaccio, arrivato al

successo anni fa grazie ad una campagna orchestrata da papà

Ron per farlo appoggiare da aziende locali con mire sul mer-

cato americano, si rifarà in fretta.

Helio a ritmo di samba

che duello con Sato

Più di così, Castroneves avrebbe potuto solo usare i chiodi a tre

punte da Diabolik per fermare Sato. Visto l’andazzo della Nascar,

è probabile che lì prima o poi arrivino, ma di Indy il brasiliano è

stato ancora “L’interprete”. Arrivato ormai secoli fa dal Brasile

riuscendo a diventare quasi più americano degli americani, Ca-

stroneves ha colpito al cuore gli appassionati. In quello che po-

trebbe essere il suo ultimo anno a ruote scoperte prima di

passare oltre, ha dimostrato che la qualità non va mai in soffitta.

Con una vettura danneggiata, passata letteralmente sotto a

quella di Dixon nel suo pauroso volo, un motore inferiore, una

penalità per ripartenza anticipata, si è permesso di passare al-

l’esterno Sato con pochi giri alla fine sfiorando la sua ala ante-

riore. Contro la scia, il motore e la bella difesa del giapponese

non c’è stato però niente da fare. Ha comunque salvato l’onore

del Team Penske. Il sesto posto di Juan Pablo Montoya è stato

lo specchio di una squadra che questo mese non ha trovato la

chimica giusta con lo Speedway finendo sotto non solo in termini

di motore, ma anche quanto a set-up e feeling generale.

L’incredibile sequenza

dell’incidente di Dixon

Castroneves