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Jacopo Rubino
«La Formula 1 è come una scatola di cioccolatini, non sai mai
quello che ti capita». Parafrasando la celebre battuta pronunciata
da Tom Hanks impersonando al cinema Forrest Gump, possiamo
dire che Lance Stroll abbia dovuto mandar giù tanti bocconi amari
in questi primi mesi da pilota nella categoria regina. Le difficoltà
nei test invernali, ritiri ed errori nei primi Gran Premi, il confronto
interno al box con Felipe Massa spesso imbarazzante. Tutto ma-
teriale prelibato per gli scettici, convinti che il suo debutto sia
stato troppo frettoloso, che a contare (più di un curriculum rispet-
tabile) fossero stati soprattutto i dollari di papà Lawrence, pronto
persino a rilevare una quota della Williams pur di aprire al figlio le
porte del Circus. E non sembrava nemmeno che fossero servite
granché le migliaia di chilometri macinate lo scorso anno con la
vettura 2014, in uno scientifico programma di allenamento imba-
stito dal team su varie piste del Mondiale, con Gary Paffett come
tutor, che per qualsiasi altro rookie costituisce un lusso irraggiun-
gibile. Perché le novità regolamentari 2017, con gomme maggio-
rate e più carico aerodinamico, hanno reso le auto più
impegnative che mai. Ma nel suo Canada, il campione in carica
della F.3 europea aveva finalmente potuto assaporare un po' di
dolcezza: nono al traguardo, e primi punti iridati.
A Montreal il cambio di passo
a Baku condotta perfetta
Qualcosa, da quel momento, dev'essere cambiato. E sempre se-
condo papà Lawrence, non c'entra il test segreto organizzato a Au-
stin dopo la tappa di Montreal, sempre con la vecchia FW36. «Era
pianificato da nove mesi» ha assicurato. Il terzo posto conquistato
Baku appare un miracolo, forse è stata la gara della vita: strano a
dirsi per un 18enne all'ottava presenza iridata, ma vien facile imma-
ginare che questo exploit possa cambiare la sua vita futura in For-
mula 1, la sua percezione agli occhi del pubblico. Lance Stroll si è
guadagnato il rispetto, ha dimostrato di meritare questa opportu-
nità, e lo ha fatto in una domenica folle dove è accaduto di tutto,
dove hanno sbagliato anche i grandi, dove i maligni si aspettavano
che fosse lui il primo a cadere in fallo. Niente di tutto questo. Se
vogliamo fargli un appunto, è mancata un po' di astuzia nel fotofi-
nish: portandosi leggermente a destra, Stroll avrebbe forse co-
stretto Valtteri Bottas a percorrere qualche metro di più, abbastanza
per non perdere la seconda piazza per un decimo. Ma di fatto, non
cambia nulla. Il cioccolatino resta dolcissimo.