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Hamilton
in mezzo al guado
Il pilota inglese della Mercedes partiva ottavo e si è piazzato quarto, ma non è
parso ficcante come altre volte non riuscendo a passare Raikkonen nelle prime
fasi della corsa e nel finale, perdendo la sfida con Ricciardo
Stefano Semeraro
Nè in alto, né in basso. Nè in testa, né in coda. A metà strada:
fra l'ovvia ambizione di riprendersi il Mondiale e la malinconia
per le occasioni perdute, i guai attraversati, la sfida che gli sta
portando in casa il compagno di squadra. «Ovvio che Valtteri
sia in gara per il titolo», dice Lewis Hamilton, il campione in
mezzo al guado. «E' 15 punti dietro di me, un distacco minore
di quello che ho io da Vettel. Sta facendo molto bene e credo
che si batterà fino alla fine». Con l'addio di Nico Rosberg, l'in-
glese era convinto di essersi liberato di un fastidio, non si
aspettava di ritrovarsi alla costole il finlandese gentile, l'enne-
simo problema in un periodo in cui non sembra andargliene
bene una, dalla rissa reale e verbale con Vettel, alla decisione
della FIA di non punire il tedesco per quanto capitato a Baku
– che Hamilton ha vissuto malissimo - alla retrocessione sulla
griglia dell'A1-Ring che l'ha costretto a partire dall'ottava po-
sizione. Da dove è risalito, certo, ma secondo molti non con la
grinta, la determinazione (la cattiveria?) che aveva dimostrato
in altre occasioni. Ad esempio a Spa l'anno scorso quando
l'omologazione di due nuove power unit lo spinse dall'ultimo
al terzo posto. Più si risale la griglia più i sorpassi diventano
difficili, certo, ma Hamilton non ha convinto neanche quando,
dopo primo stint in Austria, con le supersoft è rientrato ai pit
prima di Bottas che pure montava le ultrasoft. Alla fine ha pro-
vato a passare Daniel Ricciardo, ma stavolta non gli è riuscito
il dribbling vincente, la genialata, la agia.