Previous Page  24 / 44 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 24 / 44 Next Page
Page Background

24

GP AUSTRIA

L’outsider

Jacopo Rubino

Un risultato che vale più della vittoria a Baku. Parola di Daniel

Ricciardo, dopo aver tagliato il traguardo a Spielberg. «Non

fraintendetemi, la grande soddisfazione era per il passo che

abbiamo avuto», tiene a precisare l’australiano. Bisogna dargli

ragione: il trionfo azero è maturato in circostanze incredibili, il

podio austriaco è stato frutto di una competitività reale. Evi-

dente. Nella pista di casa per l’azienda Red Bull (perché lo ri-

cordiamo, la squadra Red Bull Racing ha cuore inglese), la RB13

ha fornito probabilmente la prestazione più convincente di un

anno vissuto come terza forza. E dire che proprio Ricciardo,

prima di domenica, invocava la pioggia come unica risorsa per

potersela giocare contro Mercedes e Ferrari: «Ci aiuterebbe,

altrimenti la nostra macchina non è al loro livello», avvertiva.

Ma il verdetto è stato superiore alle aspettative.

Grande partenza

Ritmo sopra le attese

Daniel ha fatto la voce grossa al via, diventando subito terzo,

e da quella casella in pratica non si è più schiodato. Viaggiando

a fari spenti, quasi ignorato dalle telecamere che si concentra-

vano sulla sfida (di nervi e di decimi) tra le Frecce d’Argento e

le Rosse. In cui il ragazzone di Perth è stato quasi un infiltrato.

Kimi Raikkonen non aveva il ritmo per impensierirlo sul serio,

Lewis Hamilton si è fatto sotto a pochi chilometri dalla bandiera

a scacchi, gli ha quasi messo davanti le ruote, ma Daniel ha te-

nuto giù duro. Senza scomporsi. Del resto, sappiamo bene

ormai come nel corpo a corpo sia uno dei più forti di questa

Formula 1. «Mi piace battagliare, e Lewis negli ultimi giri è

spuntato fuori quasi dal nulla, raggiungendomi abbastanza in

fretta. Mi sono dovuto difendere, è stato piuttosto emozio-

nante», ha poi raccontato dopo aver tirato un bel sospiro di

sollievo. «Essere così veloci sull’asciutto per noi è stata una

bella sorpresa», ha ribadito Daniel, «non ce lo aspettavamo».

E così, ecco servito il quinto podio consecutivo, un record per-

sonale celebrato con l’ormai immancabile brindisi dalla scarpa,

toccato questa volta a un coraggioso Martin Brundle. Va inoltre

sottolineato come, da Barcellona in poi, Ricciardo abbia rac-

colto esattamente gli stessi punti del capoclassifica Vettel: 85,

contro ad esempio i 78 di Hamilton. Di fatto, è il ruolino di mar-

cia degno di un aspirante campione del mondo. Pesano però i

due ritiri di Melbourne e Sochi, dovuti a guasti tecnici.

Continua il calvario

di Verstappen

Siamo arrivati fin qui senza far menzione di Max Verstappen,

che quanto a sfortuna è probabilmente il principale bersagliato

sulla griglia della stagione 2017. Tra i saliscendi della Stiria

l’olandese ha cominciato in maniera incoraggiante il fine setti-

mana, grintoso nelle prove libere e sesto in qualifica, incollato

al compagno di colori. La marea arancione di connazionali ve-

nuti a fare il tifo per lui, domenica, è rimasta però delusa: fuori

gioco già dopo un giro, coinvolto senza colpe nella dinamica

del crash Kvyat-Alonso, innescato dalla maldestra frenata del

russo alla prima sterzata. Formalmente non un ko per motivi

di affidabilità, a differenza dei precedenti, seppur lo start si sia

rivelato disastroso per un problema alla frizione, a causa del

quale è intervenuto il sistema di antistallo, almeno a quanto di-

cono le fonti del team. «Avevo perso molte posizioni, in curva

1 ho cercato di tenermi lontano dai guai ma sono stato preso

al posteriore», ha spiegato laconico.

L'olandese è a

5 ritiri su 9 gare

Per Verstappen doveva essere l’anno della consacrazione al

vertice, fin qui è stato soltanto un calvario. Cinque ritiri su sette

Gran Premi, tre consecutivi: una enormità nella F1 moderna,

con l’unica soddisfazione del podio raggiunto in Cina. Non suf-

ficiente comunque a bilanciare le cose, mentre Ricciardo è a

+62 in campionato. «Devo cercare di rimanere positivo», insiste

Max. «Abbiamo incassato un’altra delusione, ma è importante

continuare a insistere perché rimangono tante gare da dispu-

tare. Speriamo soltanto che la prossima vada meglio». Silver-

stone, quantomeno, è già dietro l’angolo. Certo, il team

principal Christian Horner già in Austria aveva invocato la dea

bendata: «La fortuna tornerà a girare». Invece bisognerà an-

cora aspettare.