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5 Ago [0:49]

La Spagna piange Nieto
Jarama porterà il suo nome

DaIbiza - Alfredo Filippone

In Spagna è il momento degli omaggi ad Ángel Nieto. Sinceri, commossi, altisonanti e, soprattutto, unanimi. A dimostrazione che Nieto è stato davvero uno di quei personaggi dello sport capaci di toccare tutti e che la società intera aveva fatto suo. Piazzato di diritto nel pantheon dei grandissimi e paragonato a Bahamontes nel ciclismo, Santana nel tennis o Ballesteros nel golf, cioè ad altri pionieri che hanno aperto le porte del paese a sport "nuovi" e sconosciuti sino all'avvento del primo grande campione. Con quale successo Nieto abbia giocato questo ruolo nel motociclismo è evidente, vista la scuola e le varie generazioni di campioni cui ha fatto da capostipite.

"Leggenda", "mito", "maestro", "idolo", "eterno", sono alcuni dei termini che si sprecano sulla stampa di oggi, con tutti i quotidiani nazionali, e ovviamente quelli sportivi, a dedicare la prima, pagine intere e inserti al "12+1", una formula ormai diventata un sinonimo di Nieto, che amava (si legge oggi) aggiungere ai 13 titoli mondiali conseguiti anche il numero di fratture (17) riportate nella lunga carriera (si ritirò nell'86, a 39 anni, a Salisburgo, di colpo, dopo essersi reso conto di non avere più voglia di gare, ed essersi semplicemente chiesto: "Ma io che ci faccio ancora qui?").

Leggendo la stampa spagnola, apprendiamo anche da dove veniva la tenace avversione di Nieto verso il numero 13: il 13 novembre 1977, in una gara nazionale su un tracciato urbano frettolosamente allestito a Benidorm, Nieto ebbe un incidente nel quale rimasero coinvolti, ma per fortuna non gravemente feriti, cinque spattatori. "Il 13 non fa per me" disse allora...

Gli stessi elogi menzionati sono quelli che rimbalzano nei social network, nei messaggi dei grandi dello sport, non solo dei motori, delle istituzioni e del mondo dello spettacolo e della cultura, dove Nieto era di casa. Sobrio, ma azzeccatissimo, il messaggio di Re Felipe VI: "Un grandissimo campione e una miglior persona", mentre privato è rimasto il cordoglio del Re emerito Juan Carlos, grande appassionato di motori, pare molto toccato dalla perdita di quello che fu un amico personale, oltre che maestro e compagno di scorribande in moto mai troppo segrete.

Molto risalto è stato dato anche alle belle parole spese dagli amici italiani di Nieto, da Vale Rossi (compagno anche di tanti momenti di relax ad Ibiza) a Giacomo Agostini, che si è detto "affranto per aver perso un grande amico. E lo fu perché fummo campioni contemporanei, ma non nelle stesse cilindrate, e dunque mai rivali diretti." Ma l'omaggio forse più toccante e spontaneo è stato quello di migliaia di motociclisti anonimi hanno tributato all'indiscusso re delle ruote: in tante località della Spagna si suono riuniti per rumorose cavalcate d'addio.

E lo hanno fatto anche alle porte dei circuiti, dal Jarama a Jerez e Valencia. Al Jarama erano così numerosi che è stata aperta la pista. Quasi un plebiscito poche ore dopo che il RACE avesse annunciato di voler intitolare il tracciato a Nieto. A Ibiza, dov'è stata allestita la camera ardente, la famiglia non ha ancora annunciato i dettagli delle esequie, nonostante Carmelo Ezpeleta, il presidente della Dorna, abbia annunciato che le ceneri di Nieto rimarranno sull'isola mentre un funerale pubblico verrà ufficiato a settembre a Madrid.