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P

Provare a fermarla per più di un minuto

sui campi di gara è quasi impossibile. I

compiti da sbrigare, la gente da sentire

e le richieste da accogliere sono

tantissime ad ogni gara. Barbara

Petrivelli, coordinatrice della Formula

Renault 2.0 ALPS, è da sempre uno dei

punti di riferimento per team, piloti e

tutti gli addetti ai lavori, stampa

compresa. E' uno dei perni sui quali

ruota l'organizzazione della Formula

Renault 2.0 ALPS quindi una delle

persone che discute, giudica e decide

le strategie della categoria. A Jerez,

sede dell'ultimo appuntamento

stagionale, ha potuto tirare un po' il

fiato e fare il punto della situazione

illustrando e spiegando i cambiamenti

previsti nel 2015.

Un'altra stagione ormai è agli archivi.

Che riassunto potete fare in veste di

organizzatori?

“Il consuntivo è positivo. E' stata

proprio una bella stagione. E non lo

dico guardando solamente al numero

medio degli iscritti, che comunque è

stato alto, quanto alla qualità. Abbiamo

avuto delle piacevoli sorprese da parte

di alcuni piloti debuttanti che si sono

dimostrati subito capaci di lottare per il

vertice arrivando a vincere delle gare e

mostrando una maturità agonistica

sorprendente. Il campionato ha quindi

svolto il suo ruolo propedeutico”.

Se una persona facesse un giro del

paddock e chiedesse a team e piloti

un giudizio sulla categoria si

ritroverebbe in mano solo risposte

positive. Qual è il segreto?

“Innanzitutto questa è una cosa che fa

sempre piacere sentire. Non ci sono

segreti, semplicemente cerchiamo di

fare il massimo. La nostra non è una

grande organizzazione in termini

numerici, però ci siamo sempre attenuti

in maniera scrupolosa ai dettami di

Renault Sport. Questo significa

garantire equità sportiva e controlli

tecnici accurati in modo che tutti

corrano nelle medesime condizioni.

Così non nascono dubbi e le cose sono

chiare. Partendo da una base di

serietà, si può costruire tutto il resto”.

Che significa?

“Pensare ad esempio ad un calendario

che comprenda piste probanti.

Abbiamo scelto dei circuiti che servono

realmente alla crescita di un ragazzo. In

alcuni ci corre la F.1, il ché è tutto dire,

altri pur non ospitando la massima

serie offrono delle caratteristiche

tecniche di assoluto rilievo e richiedono

un approccio professionale. Penso ad

esempio a Pau, un cittadino che

richiede un atteggiamento ed una

concentrazione particolare che tornerà