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Qual è la mission di Top Speed e in quali
categorie è attiva?
«Dopo due anni di collaborazione con il gruppo
cinese le nostre strade professionali si sono
separate, e insieme con mia moglie, nel 2008,
abbiamo fondato Top Speed. Subito abbiamo
avuto la fortuna e l'abilità di sviluppare richieste
importanti che ci sono state fatte da alcuni
costruttori, ad esempio quella di creare e gestire
serie monomarca. Dal 2008 ad oggi Top Speed è
cresciuta notevolmente, sia come personale ‐ ad
oggi contiamo più di settanta dipendenti a
tempo pieno ‐ sia nel numero dei progetti che ci
vede coinvolti. Attualmente gestiamo ed
organizziamo in toto progetti quali VW Scirocco
Cup, Formula Masters China Series, Lamborghini
Super Trofeo. Forniamo inoltre supporto
gestionale e logistico per serie importanti quali
Asian Le Mans Series e Ferrari Challenge Asia
Pacific. Siamo diventati in breve tempo leader nel
settore della logistica relativa allo spostamento
delle vetture e materiale racing: un settore che in
Europa non avrebbe nessun senso grazie alla
libera circolazione delle merci, ma che qui in
Asia diventa fondamentale vista la complessità e
varietà delle diverse dogane. A parte il
motorsport, Top Speed è impegnata in attività in
pista quali driving experience e corsi di guida con
un team dedicato di istruttori cinesi ed
Internazionali per seguire eventi per alcuni dei
più importanti brand».
A quando risale la collaborazione con
Tatuus e come si articola? Cosa fa secondo
lei di Tatuus un’azienda leader nel settore?
«Con Tatuus il rapporto personale nasce fin dai
tempi in cui lavoravo in Prema. In seguito il mio
trasferimento in Cina, dapprima con la gestione
del team di Formula Renault e poi con il
Campionato Formula Pilota (Abarth), poi
diventato Formula Masters, ha trasformato il
nostro rapporto in una solida collaborazione
commerciale che ha visto Top Speed diventare
leader nel settore Formula a livello cinese/asiatico
grazie soprattutto all’affidabilità e qualità del
prodotto fornito da Tatuus. A parte il fatto di
essere il fornitore dei nostri telai, ciò che
distingue Tatuus è la capacità di aver 'capito' un
mercato così importante e allo stesso tempo non
convenzionale, reagendo alle sue esigenze con
una intraprendenza e versatilità che, devo dire,
solo noi Italiani possediamo. Per diverse ragioni il
progetto in Cina si è discostato dal prodotto
standard del Formula Abarth e Tatuus si è
dimostrata all’altezza del compito richiesto come
creatività e tempistica. Vista da una persona che
vive oramai da otto anni fuori dall’Italia, devo dire
che la più grande qualità e dote di noi italiani, sia
individualmente sia come azienda, è di sapersi
adattare, modificando i propri programmi in base
alle esigenze di mercato. Senza il supporto di
Tatuus non saremmo riusciti a creare un
programma solido come il Formula Masters, in
tempi così ristretti e con un prodotto così
competitivo».
Parliamo più in dettaglio della F. Master
China: a chi si rivolge, chi sono i piloti più
interessanti e quali sono i punti forti della
vettura realizzata da Tatuus?
«Il Formula Masters China è un programma nato
dalla collaborazione tra Formula Pilota, creata e
gestita da Top Speed, e Volkswagen Group
China. La lunga relazione tra Top Speed e
Volkswagen China ha portato alla formazione di
questa serie propedeutica che usa i telai Tatuus
FA010 e i motori VW 2.0. La serie e’ diventata in
poco tempo il riferimento per tutti i giovani piloti
cinesi/asiatici che vogliono praticare Formula
con un budget ridotto, ma allo stesso tempo con
team e personale di alto livello professionale, e
potersi dunque preparare adeguatamente in Asia
prima di tentare il salto in Europa. La serie si
basa su un concetto unico nel suo genere a livello
mondiale e che alla fine si è dimostrato vincente
in questo momento di crisi del motorsport in
generale: una gestione ibrida dove le tutte le
macchine appartengono all’organizzatore (Top
Speed) il quale le affida in gestione ai vari team
mediante una forma di leasing. In questa
maniera i team possono entrare in FMCS senza
investire denaro ma portando i loro piloti, il
personale ed il loro know‐how. La serie e’
promossa da VW Group China attraverso una
campagna mediatica di tutto rispetto che ne ha
fatto in un solo anno la serie propedeutica più
seguita in Asia. Volkswagen Group China
assicura inoltre ai giovani piloti il link giusto per
il proseguo della loro carriera in una delle
categorie asiatiche gestite dal gruppo, che vanno
dai monomarca Porsche, Audi, Lamborghini alle
competizioni in GT3 e Asian Le Mans Series. I
piloti sono prevalentemente giovani, tra i 15 ed i
20 anni, di varie nazionalità; sono soprattutto
asiatici, ma non manca qualche europeo che
decide di tentare la fortuna cercando di strappare
un contratto per continuare a correre in Asia da
professionista. La vettura dal punto di vista di
performance che non si scosta troppo dalla
Formula Abarth. Il motore Volkswagen genera
un potenza più o meno similare al precedente
propulsore. L’affidabilità ed il design della vettura
ne fanno una delle migliori monoposto nel
segmento».
Lei opera anche come driver‐coach: ci
spiega in cosa consiste esattamente questa
attività?
«Per anni ho seguito piloti come ingegnere di
pista, la mia esperienza in Europa mi ha aiutato
moltissimo qui in Cina dove i piloti hanno
veramente bisogno di un supporto totale, dato
che non hanno alle spalle nessuna cultura di
motorsport. Ho avuto personalmente molte
richieste da parte di case automobilistiche per
selezionare e formare giovani piloti da abbinare
a qualche marchio importante. Abbiamo
cercato di ricreare quello che già avevo visto
fare in Europa con i programmi Toyota, Red
Bull o Mercedes. Abbiamo allestito sezioni di
allenamento fisico, mentale, test in pista. Le
strutture e gli interessi economico‐commerciali
ci sono, basti pensare la quantità di campioni
sfornati dalla Cina nelle varie specialità sportive;
purtroppo mancano i piloti. Per far capire la
situazione: lo scorso anno per il programma di
Formula Masters avevamo a disposizione sei
borse di studio parziali da parte di Volkswagen,
e nonostante la promozione e i test eseguiti
siamo riusciti a ricevere solo quattro
candidature. Se avessimo dovuto gestire lo
stesso programma in Europa, per sei posti ci
sarebbero state almeno 100 richieste...».
Lei ha lavorato con tanti piloti famosi, da
Nakajima a Kobayashi, da Ryan Briscoe a
Robert Kubica: chi l’ha colpita di più e
perché?
«Devo dire che gli anni passati in Prema sono
stati molto proficui ed interessanti anche perché