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Patrice Roussel, il mondo dell’endurance è
molto affascinante: ci racconta
dell’esperienza del team Extrême Limite
nel campionato VdeV? Quali sono a suo
modo di vedere le caratteristiche
interessanti del campionato?
«Extrême Limite è presente nel campionato
VdeV dal 2005, quindi con dieci anni di
esperienza. All’inizio il mio obiettivo era quello
di rispondere alla domanda di quei piloti
gentleman che desideravano divertirsi
partecipando a vere e proprie prove di
endurance. In questo campionato si possono
acquisire competenze tecniche di ottimo
livello, imparare la strategia, formare giovani
piloti e far progredire i ‘gentleman driver’, il
tutto a costi ragionevoli e ben gestiti dagli
organizzatori. Col passare del tempo,
l’esperienza ci ha consentito nel 2011 di passare
a un livello superiore e di partecipare alla Le
Mans Series e alla 24 ore di Le Mans».
Come è nata la collaborazione con Tatuus
e quali sono le qualità che apprezza del
prototipo PY 012?
«Nel 2013 volevamo stringere una partnership
con un costruttore serio e ben organizzato: la
scelta della PY012 era quindi ragionevole. Ad
oggi siamo molto soddisfatti della macchina: è
già molto affidabile e diventerà l’auto da
battere. Nel 2014 stiamo ancora lavorando
sullo sviluppo tecnico per sfruttare il suo
potenziale al 100%. E’ un vero piacere poterlo
fare con Tatuus, che possiede un livello di
‘expertise’ tecnica molto alto».
Come ha ricordato il team ha gareggiato
anche nella Le Mans Series e alla 24 Ore di
Le Mans: ci parla di questa straordinaria
esperienza?
«Questi due anni trascorsi a un livello
superiore, nella categoria LMP2, ci hanno
insegnato il rigore assoluto in tutti gli approcci
alla corsa. Quando viaggi sugli stessi tempi di
Audi, Toyota e Peugeot, non ci si può
permettere di sbagliare e bisogna essere
all’altezza della fiducia che ci viene accordata,
in particolar modo nella 24 ore di Le Mans.
Siamo molto fieri di aver portato a termine
questa straordinaria corsa nel 2011 e nel 2012, e
di aver permesso a un nostro giovane pilota,
Fabien Rosier, di conquistare il prestigioso
premio Jean Rondeau (migliore giovane pilota
francese a Le Mans). Abbiamo anche ottenuto
buoni risultati nella Le Mans Series, come la
quinta posizione nella classifica generale nella
6 ore di Estoril del 2011. Anche quello è un
ricordo straordinario!»
Quali sono gli obiettivi agonistici della
stagione 2014?
«Il nostro team mette insieme Léo Roussel,
senza dubbio al momento il pilota più in forma,
e Jean‐Claude Poirier, un gentleman driver. Ci
teniamo a conservare questo spirito anche se ci
dobbiamo confrontare spesso con team quasi
professionali. Il nostro obiettivo è di portare
questo duo sul podio a ogni corsa e di puntare
alla vittoria, se possibile. Con loro abbiamo già
vinto la 6 ore di Magny‐Cours nel 2013 e
abbiamo una gran voglia di ricominciare. Un
posto tra i primi cinque del campionato ci
sembra una previsione realistica. Ma questo
campionato è diventato super competitivo e
basta poco per vincere o perdere una corsa di 6
ore…».
Facciamo un passo indietro nel tempo:
come è nato il team Extrême Limite?
«Io stesso ho partecipato a sei edizioni della 24
ore di Le Mans e ho sempre avuto il desiderio
di creare un team di endurance. Era già scritto
nel Dna della società, quindi quando nel 2005
Philippe Daric, un gentleman driver, ha
accettato di finanziare la nostra prima stagione
nel campionato VdeV, mi sono affrettato e non
me ne pento. E Philippe nemmeno, visto che è
tuttora al nostro fianco, insieme ad altri partner
che ci sono stati sempre fedeli. Per loro
l’endurance è uno strumento di marketing
eccezionale».
Quali sono le strutture di cui dispone e i
servizi che offre a clienti e addetti ai lavori?
«Abbiamo a disposizione un circuito privato di
3,4 km di lunghezza, che possiamo utilizzare
tutto l’anno per migliorare le vetture e testare