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Mr Unser, come vede la stagione della Pro
Mazda presented by Cooper Tires 2017?
«Con i nuovi incentivi (la scholarship di
studio Mazda per il vincitore, i primi tre del
campionato promossi ai test Indy Lights, e
una Mazda stradale in premio al miglior
rookie) il pacchetto complessivo è davvero
ottimo. E' un anno di transizione, quindi
penso vedremo più piloti man mano che la
stagione andrà avanti. Per loro sarà una grossa
occasione»
Pensa che la Tatuus PM‐18 sia la macchina
giusta per sviluppare le qualità di guida
dei piloti più giovani? E perché? Ha avuto
modo di testare personalmente la
monoposto?
«Assolutamente sì. Se mettiamo per un
attimo da parte il 2017 e pensiamo a che tempi
sul giro potrà ottenere la PM‐18, capiamo che
si posiziona in una progressione lineare che
va dalla USAF2000 alla Indy Lights. E' una
macchina destinata ad essere veloce, con più
cavalli, più trazione e più carico aerodinamico
della USF‐17. Sarà una gran macchina. La
Tatuus USF‐17 è un grande passo avanti,
specialmente per chi arriva nella serie dal
karting. E' molto veloce e e si guida in
maniera abbastanza simile ad un kart.
Procedendo verso la Indy Lights hai a
disposizione più cavalli e più trazione,
la PM‐18 incarna proprio questa progressione
rispetto alla USF‐17, con sviluppi a livello di
motore, di telaio, gomme e ruote. E' molto
ben pensata, con gente molto in gamba che ci
lavora sia per conto della Andersen
Promotion sia per conto di Tatuus. Non vedo
l'ora di vederla in pista. I test partiranno
questa estate, ma grazie alle simulazioni al
computer e le performance della USF‐17
abbiamo una una buona idea di come
dovrebbe comportarsi. Abbiamo una buona
base, su cui lavorare aggiungendo dettagli.
Siamo tutti veramente impressionati dalle
prestazioni della USF‐17. Il riscontro dei piloti
è stato fantastico e il livello della
competizione è molto alto. Sarà
una stagione notevole man mano che i team
e i piloti faranno progressi».
Quale è secondo lei il punto di forza della
serie?
«Il pacchetto di incentivi proposto dalla
Andersen Promotion insieme con Mazda è
una grande attrattiva. Non ce ne sono di
simili a livello mondiale».
Ci può dire quali sono secondo lei i
migliori piloti di quest'anno?
«Se dovessi sceglierne uno, direi il vincitore
della scholarship Mazda, Anthony Martin. Ha
vinto la USF2000 l'anno scorso e ha
dimostrato di saper vincere delle gare, quindi
è uno da tenere d'occhio. Penso che anche
Nikita Lastochkin sarà uno tosto, un pilota
molto aggressivo. Difficile fare un pronostico
contro i campioni dello scorso scorso anno, il
Team Pelfrey, ma le cose possono cambiare
durante la stagione. Ci sono alcuni ottimi
piloti nella serie e miglioreranno nel corso del
campionato, e penso che vedremo la stessa
cosa nella USAF2000. Lo Spring Training è
stata un'ottima occasione per vedere a che
punto erano i team e i piloti».
Lei è un ex pilota e oggi un direttore di
gara: può paragonare la vecchia e la nuova
generazione di piloti? Crede che un tempo
ci fosse più fair‐play?
«I giovani oggi provengono soprattutto dal
kart più che dalle vetture sprint, un mondo
diverso. La differenza più grande l'ha fatta
l'arrivo delle simulazioni di gara, l'iRacing.
Oggi i ragazzini diventano forti standosene
seduti nel salotto di casa, davanti ad uno
schermo. L'avessero detto a me quando
guidavo, avrei pensato di parlare con un
pazzo. Però ho visto in varie occasioni che la
cosa funziona. Se sommiamo le simulazioni
alla pratica in kart il prodotto sono ragazzi
straordinariamente veloci appena escono dal
box. Per questo le griglie sono così
competitive. E' divertente da vedere, è resta
difficile credere come riescano a trasferire
bene le loro conoscenze su una vettura reale.
Per quanto riguarda il fair‐play, non credo che
l'attitudine sia cambiata molto nel corso del
tempo. Ci sono ragazzi molto seri che si
comportano con professionalità e altri che se
la prendono più comoda. È la vita. Ma sono
impressionato dalla maggior parte dei giovani.
Quello che intendiamo fare dal punto di vista
della competizione, dalla IndyCar giù fino alla
USF2000, e offrire loro un servizio. Vogliamo
che sappiano esattamente cosa aspettarsi nel
corso di tutta la Mazda Road to Indy, che cosa
possono e non possono fare in pista. Non sarà
mai tutto bianco o nero, ma vogliamo ridurre
al minimo le zone grigie. È il nostro obiettivo
e stiamo facendo buoni progressi. Non è
nostra intenzione punire i piloti, ma spiegare
loro cosa funziona e cosa no, e metterli in
grado di capirlo».