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FORMULA 1
OLIVIER PANIS
Si è ritirato dal Circus nel 2006, ma Oli-
vier Panis è ancora un volto ben presente
nel paddock della F.1. Il pilota francese
segue infatti in pista la carriera di Charles
Pic, per il gruppo Lagardere, il manage-
ment che si è assicurato il pilota francese
nel 2011. Ma si occupa anche del fratello
di Charles, Arthur, che corre in F.Renault
3.5 e ovviamente del figlio Aurelien, inse-
rito nel programma Junior Caterham e
fresco di ingaggio nel team Prema per la
Eurocup Renault 2.0. Esperto conoscitore
dei segreti della F1, Olivier ha analizzato
nei dettagli la stagione disputata da Pic e
dalla Caterham.
Come giudica la prima parte di sta-
gione disputata da Pic e dalla Cater-
ham?
"Dopo sette appuntamenti direi che il
bilancio è positivo, anche se le prime gare
sono state difficili dal punto di vista della
performance. Ci sono stati molti cambia-
menti alla Caterham nel periodo invernale,
tra cui il trasloco in una nuova factory, l'in-
gresso di un nuovo Team Principal (Cyril
Abiteboul, ndr) e due nuovi piloti. Questo
ha portato il team a presentarsi al via con
un progetto che è più un evoluzione della
macchina dello scorso anno che non un
design del tutto nuovo. Per questo le cose
sono state difficili, almeno fino al Bahrain".
Cosa è successo negli Emirati?
"È stato il punto di svolta della stagione per
Charles e per il team. La Caterham ha ini-
ziato a portare in pista sviluppi per la
monoposto, che hanno fatto lo differenza.
Il fatto che il lavoro abbia dato frutti ha
motivato tutti, tecnici e piloti. Pic ha dispu-
tato un grande weekend e questo ha raffor-
zato il suo rapporto con la squadra".
Cosa pensa dell'evoluzione di Pic
come pilota rispetto al 2012?
"Non ho mai avuto dubbi sulla sua velocità,
sia per quanto riguarda il giro singolo che
il passo gara. Però inBahrainmi ha impres-
sionato particolarmente, nel primo turno
di prove libere aveva come compagno
Heikki Kovalainen ed è stato in grado di
rifilargli ben mezzo secondo, credo che
questo dica molto sul suo talento. Inoltre
rispetto al 2012 gestisce meglio le fasi di
traffico e non perde tempo quando le vet-
ture più veloci lo doppiano, una cosa a cui
l'anno scorso non era per niente abituato".
Qual è stata la gara migliore per la
squadra quest'anno?
"Per certi versi direi Monaco. Un problema
meccanico ha impedito al team di cogliere
un risultato da top ten, che per una squadra
come la Caterhamsarebbe stato clamoroso.
Anche in quel caso Charles ci aveva messo
del suo, con una partenza pazzesca che lo
aveva portato subito al 16° posto alle spalle
delle Toro Rosso. E' un peccato che la sfor-
tuna ci abbia messo lo zampino, ma sono le
corse".
Le gomme Pirelli sono state al centro
dell'attenzione ultimamente, qual è
il rapporto di Pic con gli pneumatici
italiani?
"Charles sa che le gomme sono una bella sfi-
da, perché hanno una finestra di utilizzo
ideale molto ristretta. Direi che si è adattato
molto bene a questo tipo di pneumatico,
anche perché il suo stile di guidamolto puli-
to è ideale per una situazione del genere".
Proprio parlando di stile di guida, c'è
qualcosa in cui Charles Pic e Olivier
Panis si somigliano?
"Come stile di guida non granché. Abbiamo
in comune determinazione, motivazione,
entrambi non molliamo facilmente, ma
guidiamo in modo diverso. Charles è più
pulito, più un tipo alla Alain Prost, perché
sa bene che le gomme che ha a disposizione
non reggerebbero un certo tipo di sollecita-
zione. Quando correvo io, al contrario, uno
stile di guida molto aggressivo pagava per-
ché le gomme erano praticamente indi-
struttibili. Inoltre avevamo i rifornimenti
in gara, per cui la vettura era più leggera e
ogni stint era uno sprint. Oggi invece si fa
l'intera gara con un pieno, quindi con le
gomme bisogna essere davvero delicati. In
questo Pic eccelle, e ricorda piloti puliti nel-
lo stile come Prost o Button".
DA PILOTA
A MANAGER
L’ex pilota che vinse un rocambolesco GP di Monaco nel 1996 si occupa oggi della
carriera di Charles Pic, impegnato nel mondiale con la Caterham. Ma segue anche il
fratello Arthur che corre in Renault 3.5 e il figlio Aurelien, protagonista della Renault 2.0
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