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LAMBORGHINI BLANCPAIN SUPER TROFEO
GARE A SPA-FRANCORCHAMPS
MIRKO ZANARDINI
IN MEMORIA DI ANDREA
Nessuno se lo sarebbe aspettato. Mirko
Zanardini, l’amico di Andrea Mamè, con
cui condivideva lavoro, passioni e mac-
china da corsa, si è presentato a Spa. Non
per fare presenza: per correre, per non
dimenticare Andrea. Perché come diceva
il suo amico scomparso: “Mai mollare!”
E Mirko ha tenuto fede a questa convin-
zione che Mamè continuava sempre a
ripetere sia quando si parlava di lavoro,
sia quando si metteva dietro il volante di
un’auto da corsa, sia quando parlava di
caccia, altra sua passione.
Zanardini ha tenuto duro, con gli occhi di
tutti su di lui. Quindi con una pressione
incredibile è arrivato a Spa, ha fatto otti-
me qualifiche e ha tagliato il traguardo.
Non solo quello della gara, quello della
vita. Perché ha fatto tutto da solo: è arri-
vato con la macchina nel colore preferito
del suo amico, ha messo il nome del suo
amico ovunque, si è presentato in griglia
e via. Non ha sbagliato nulla, ha fatto tut-
to come solo i grandi riescono a fare. E in
più, la sua presenza è stata davvero
apprezzata da tutti gli altri piloti.
Finita la due giorni l’abbiamo incontrato
casualmente ed è venuto fuori prima il
pilota, poi l’uomo, le sue passioni, l’atten-
zione per la moglie, i figli, l’azienda, ma
soprattutto si è aperto mostrando i valori
altissimi che il suo amico del cuore aveva
trovato in lui.
“L’azzurro era il colore preferito di
Andrea. Il lupo il suo animale perché
dominava sul branco. L’aveva sul casco,
l’ho messo sulla macchina.”
Alla fine come è andata?
“E’ stata dura. Per tutto. Alla prima curva
tanti sono entrati forte ma non si decide
lì la corsa”.
Quando è stata presa la decisione di
correre?
“Pensando ad Andrea, a cosa diceva…a
tutto. In azienda sapevano perché hanno
detto che si leggeva nei miei occhi che
non avrei mollato. In famiglia, mia
moglie, anche lei ha capito: è stata ed è
eccezionale. Ci siamo conosciuti giova-
nissimi, andavamo insieme sui campi di
gara… sapeva di questa passione. Anche
quando si parla di mettere mio figlio sui
kart. A proposito, Andrea voleva che noi
corressimo fino a sessant’anni e aveva
paura che mio figlio prendesse il suo
posto…”.
Si va avanti…
“Per 14 anni ho avuto la fortuna di vivere
un’amicizia e un rapporto di lavoro con
un uomo unico che nonmollavamai. Così
sono convinto che anche lui avrebbe fatto
lo stesso: mai Andrea si è fermato. Si cor-
rerà anche al Nurburgring, poi Vallelun-
ga e sul circuito romano, l’ultima gara, la
finale mondiale sarà dedicata ad Andrea.
Quindi bisogna esserci”.