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Stefano Semeraro
Sembrava tornata l’epoca dei piloti gen-
tiluomini: Fernando Alonso che si carica
in spalla Mark Webber rimasto a piedi
(quasi arrostito fra l’altro) e gli dà uno
strappo fino ai box. Come Ayrton Senna
con Nigel Mansell in una leggendaria
istantea di vent’anni fa (ventidue per la
precisione, a Silverstone nel 1991), come
Gilles Villeneuve, Niki Lauda, James
Hunt. Invece, scartabellando sui video
nel web il giorno dopo, si scopre che la
manovra cavalleresca del ferrarista in
realtà è stata una mossa molto azzardata,
compiuta su istigazione dell’australiano
– che si è quasi buttato inmezzo alla pista
agitando il braccio come un autostoppi-
sta – e potenzialmente pericolosissima,
visto che su un tracciato privo o quasi di
via di fuga ha rischiato di innescare un
incidente prima con Lewis Hamilton, poi
con Nico Rosberg. «Stavo completando il
mio giro di rientro ai box – ha dichiarato
Lewis – quando mi sono ritrovato davan-
ti Alonso fermo, ed è stato uno shock.
Sono riuscito ad aggirarlo alla destra, ma
se Webber avesse attraversato in quel
momento la pista per salire sulla sua
macchina avrei rischiato di investirlo. Per
fortuna non è successo nulla».
Passato lo shock, l’inglese ha comunque
aggiunto che «si è trattato di un bel gesto
da parte di Fernando, una cosa che piace
ai fan e che dovrebbe essere consentita,
quando non diventa pericolosa. E’ stato
come ai tempi di Ayrton e Nigel, e se fosse
capitato a me probabilmente mi sarei
comportato come Fernando». I commis-
sari di gara, invece, non hanno gradito
affatto, e stavolta bisogna aggiungere a
ragione. Dopo la bravata i due sono stati
convocati in direzione gara e richiamati.
Per Mark l’indisciplinato si è trattato del-
la terza ramanzina, ed è così scattata la
sanzione, dieci posti di penalizzazione
sulla griglia in Corea fra quindici giorni.
Webber a quanto pare si è infuriato per
la decisione, molti hanno giudicato la
penalità troppo severa. Il mestiere degli
steward non è però di compiacere il pub-
blico, ma di far rispettare le regole e bada-
re alla sicurezza. Better safe than sorry,
meglio salvi prima che dispiaciuti poi,
come dicono gli inglesi. Stavolta quel
gesto di cortesia era davvero troppo vici-
no ad un colpo di follia.
WEBBER E ALONSO
UNA FOLLIA D’ALTRI TEMPI
Un gesto di cortesia che si è rivelato troppo rischioso, quello del ferrarista che ha dato un passaggio all’australiano,
è stato giustamente penalizzato dai commissari sportivi. Better safe than sorry…