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FORMULA 1
GP SINGAPORE
Massimo Costa
Se alla vigilia del GP di Singapore avessimo
avuto in tasca un penny, senza ombra di
dubbio lo avremmo puntato in una scom-
messa a occhi chiusi sulla pole di Lewis
Hamilton. Chi se non l’inglese, che aveva
segnato quattro pole consecutive, a parte il
passo falso di Monza, poteva combattere
ad armi pari con Sebastian Vettel su un cir-
cuito cittadino che esalta le qualità di guida
dei piloti? E invece, Hamiltonnon ha avuto
il giusto feeling con la suaW04, non si sen-
tiva sicuro per osare dove neanche le aqui-
le, ed ha rimediato un mediocre quinto
crono. E’ allora salito in cattedra Nico
Rosberg che, con un giro a suo dire inspie-
gabile, a momenti non realizzava la pole:
“Forse si è abbassata la temperatura del-
l’asfalto”, ha detto il tedesco cercando di
capire come mai si sia ritrovato in prima
fila a pochissimi centesimi da Vettel. Stra-
na sorpresa quella di Rosberg, in fondo la
Mercedes lui stesso l’ha portata tre volte
davanti a tutti il sabato, aggiungetevi le
quattro di Hamilton e insomma, la W04
sul giro secco non è proprio male. Dunque,
con un Rosberg pienamente riscattatosi
dopo un periodo in cui era rimasto al buio
di Hamilton, le aspettative per la gara era-
no piuttosto alte. Rosberg al via è stato
grandioso riuscendo a mettere il muso e
qualcosa di più davanti alla Red Bull-
Renault del connazionale, ma è andato un
tantino lungo alla prima staccata e Vettel
lo ha subito infilato. Rosberg però, ha
tenuto un buon passo e il secondo posto,
davanti a FernandoAlonso, lo reggeva sen-
za particolari patemi. Poi, è entrata la safe-
ty-car al 23° giro e quella decisione (geni o
scemi) del muretto box di tenere Rosberg
e Hamilton in pista quando tutti quelli alle
loro spalle rientravano ai box. Col chiaro
intento di non fermarsi più: “Sì, forse si
poteva fare meglio”, ha detto Rosberg, “ma
cambiando in quel momento le gomme
temevamo di non riuscire poi a coprire tut-
ta la distanza fino all’arrivo. Ho poi avuto
problemi con l’ala anteriore”. Stesse parole
per Ross Brawn, un tipo abituato a inven-
tare, ma questa volta stranamente sulla
difensiva. La tesi che così han fatto anche
le Red Bull vale poco, o niente, consideran-
do il diverso ritmo corsa che avevano le
RB9. Rosberg dopo il pit-stop, mentre la
gara era in piena azione, si è ritrovato a
dover rimontare, così come Hamilton. Tra
bei sorpassi e qualche rischio, alla fine
hanno concluso al quarto e quinto posto,
ma con tanto rammarico.
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