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FORMULA 1
IL RICORDO
Alfredo Filippone
Il destino, a volte, può essere di una insop-
portabile crudeltà. La scomparsa, a soli 33
anni, di María de Villota, stroncata da un
collasso cardiaco nel sonno in una stanza
d’albergo, ha raggelato il paddock della F.1
a Suzuka e provocato uno choc nazionale in
Spagna. Miracolata dopo il terribile inci-
dente in un test privato con la Marussia F.1
nel luglio 2012, María aveva superato il
trauma e si era tuffata con un coraggio e
una vitalità ammirevoli in quella che chia-
mava la sua «nuova vita», nonostante i
postumi, la perdita di un occhio e le cicatrici
al volto, che lei esibiva con fierezza e di cui
aveva fatto persino un elemento di look
molto femminile. Attiva nei media, impe-
gnata in progetti sociali e ambasciatrice
della FIA, si era anche sposata. Era tornata
alla vita con più forza di prima, armata del
suo incancellabile sorriso e di una bandella
da pirata colorata, vedendoci più chiaro di
prima, come diceva lei, e contagiando forza
e gioia di vivere attorno a sé. Ci lascia una
grande lezione di superamento di sé stessi
e di attaccamento alla vita, che non ha biso-
gno di alcun commento, e che aveva pla-
smato in un libro, che esce proprio oggi
(lunedì 14 ottobre), dal titolo evocatore: “La
vida es un regalo”. Eccone alcuni stralci,
perché ci è sembrato che le parole più belle
e più giuste per ricordare María e per ren-
derle omaggio, siano le sue.
"Avere un incidente che mette in bilico la
tua vita può essere un’esperienza terribile,
ma se riesci a salvarti e recuperare una vita
decente, può essere anche un grande rega-
lo, può riportarti all’infanzia, toglierti l’ar-
matura da dosso, farti ridirigere lo sguardo
verso l’anima. Farti sentire come se fossi
nato di nuovo, insomma.
Ed è proprio così, perché
in realtà sei rinato davve-
ro.”
“Un bel giorno ti rendi
conto che vivevi addor-
mentato, senza vedere
molte cose, con i sensi a
metà. Te ne accorgi
quando un incidente
provoca una secca battu-
ta d’arresto nella tua vita.
E allora bisogna vivere
sognando, camminare
osservando,
amare
scommettendo.”
"Alcuni dicono che sono
così sensibile perché l’in-
cidente è ancora molto
recente. E’ passato soltanto un anno. Ma
proprio per questo, ho voluto scrivere que-
sto libro ora, perché non voglio che il tempo
cancelli come mi sento, come vedo le cose
e cosa penso in questo momento. (…) Il
messaggio che voglio trasmettere è che
anche in una situazione di estrema vicinan-
za alla morte, puoi decidere se continuare
a lottare o abbandoni la nave. E io ho deciso
di continuare a lottare (...)
Vorrei che, senza passare per un incidente
come il mio, questo libro vi faccia sentire la
gioia di esser vivi e di
godere del regalo che è la
vita.”
“A volte mi sento male,
vorrei tanto tornare a
vivere di corsa, ma non
penso di lasciare mai per
strada chi oggi mi chiede
aiuto. E’ un grido silen-
zioso che molti non sen-
tono, come io prima. Ma
da quando anch’io sono
stata una di loro, non
posso e non voglio igno-
rare chi soffre.”
“Intuisco che la vita è un
momento, un regalo, che
non bisogna prenderla
troppo sul serio perché
neppure la nostra vita ci appartiene.”
MaríadeVillota, “Lavidaesunregalo”,
Plataforma Editorial, Barcellona 2013
(ISBN: 978-84-15880-39-4
Hasta siempre,
María
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