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FORMULA 1
GP GIAPPONE
Stefano Semeraro
«Romain ha fatto una gara fantastica». Pronuncia-
to da Sebastian Vettel il complimento si presta a
due interpretazioni. La prima: è il solito, facile elo-
gio di chi ha vinto nei confronti di chi gli è arrivato
“onorevolmente” alle spalle. La seconda: Grosjean
è davvero cresciuto, e persino un ormai virtuale
tetra-campeon come il tedesco lo riconosce. Tanto
che lo ha voluto investire di un nuovo ruolo: non
più Grosjean lo scassamacchine da primo giro, il
Pierino preso di mira dai commissari di gara; ma
un driver maturo, che ha imparato a gestire il suo
innegabile talento. E su cui la Lotus può contare
ora che l’addio di Kimi Raikkonen si è consumato.
Propendiamo per la seconda versione, anche per-
che Seb appena sceso dal podio ha voluto argomen-
tare l’affermazione. «Penso che Romain abbia fatto
un grande lavoro per tutto il weekend. Sapevamo
già che Kimi è forte, Grosjean nell’ultimo anno ha
fatto qualche errore, ma ora si sta perfezionando,
ha sicuramente imparato molte cose. Quella più
importante nella vita è proprio saper imparare dai
propri errori (e qui Seb deve aver pensato al Vettel
di tre stagioni fa, ndr), quindi ho grande rispetto
per lui».
E come non si potrebbe aver rispetto per la presta-
zione messa insieme dal franco-svizzero a Suzuka:
partenza lampo dalla seconda fila, poi metà gara
da leader, senza eccessi e senza sbavature, fino a
quando la strategia a due soste della Red Bull e un
po’ di difficoltà della Lotus sulle gomme dure han-
no rimesso in testa il solito Vettel. Grosjean alla
fine ha dovuto arrendersi, senza scomporsi, anche
all’assalto di Mark Webber che montava gomme
decisamente più fresche, ma il suo terzo podio sa
tanto di esame di maturità passato a pieni voti.
Anche se il diretto interessato puntava diritto alla
lode.
«Ero convinto che questo sarebbe stato il giorno
della mia prima vittoria», ha ammesso Grosjean
alla fine. «La macchina andava benissimo, c’avevo
fatto la bocca. Appena homollato la frizione in par-
tenza mi sono detto ‘Wow, è la volta buona!’. Se sei
in testa tutto diventa facile nel primo stint, e sulle
gomme “option” andavamo veramente bene. Alla
fine ho sperato di poter resistere a Webber, ma ho
dovuto passare molti doppiati che mi hanno ral-
lentato. Chissà se ce l’avrei fatta se non fossi rima-
sto bloccato. Diciamo che la Red Bull ha fatto una
grande gara, ma io ho dato loro un po’ di filo da
torcere».
L’anno scorso Grosjean, alla sua seconda chance
con un volante di F.1 dopo quella del 2009 con l’al-
lora Renault, si era costruito una fama poco grade-
vole. Tre podi, compreso il secondo posto in Cana-
da, ma anche una serie lunghissima di collisioni e
baruffe, soprattutto in partenza, che gli erano
anche costate una sospensione in occasione del GP
d’Italia a Monza. «Sei uno psicopatico da primo
giro», gli aveva urlato dietro proprio Webber giu-
sto un anno fa a Suzuka, dopo un botto a pochi
secondi dallo start. L’ennesimo dell’annata storta
di Grosjean, che in inverno aveva dovuto faticare
non poco, profondendosi in spiegazioni e promesse
per mantenere il posto in squadra. Nel 2013 le cose
sono cambiate. Per gran parte della stagione
Romain ha dovuto inchinarsi alla classe superiore
di Raikkonen, ma non hamai perso la calma. E nel-
le ultime due gare ha però infilato due podi che luc-
cicano di luce vera. «Penso che sia evidente che
l’approccio di Romain è molto cambiato quest’an-
no – ha detto proprio Webber – ha guidato alla
grande per diverse gare, e soprattutto è stato con-
tinuo per tutto il weekend, segno che è finalmente
rilassato e fiducioso. Sta facendo un buon lavoro,
non era nostro compito dargli delle lezioni (lette-
ralmente: “soffiargli del fuoco nel sedere”, ndr), ma
alla fine per lui si tratta di un bel passo in avanti.
Ora spero solo che non migliori troppo da qui alla
fine dell’anno…».
E Raikkonen? Un’uscita nelle prove libere del
venerdì, una qualifica sotto le aspettative, appena
nono, per un piccolo errore costatogli caro. Poi una
corsa all’attacco dopo una partenza nella quale ha
fatto patinare troppo le gomme posteriori, tanti bei
sorpassi, ma soltanto un quinto posto finale e tanto
distante da Grosjean.
BOULLIER: «VOGLIAMO IL TERZO POSTO»
La Lotus è ormai la terza forza del Mondiale. La gran gara di Grosjean a Suzuka lo ha confermato,
ma Eric Boullier vuole vederlo scritto nero su bianco anche nella classifica costruttori. Negli ultimi
due Gran Premi la scuderia inglese ha conquistato parecchi punti rosicchiandone alle sue rivali diret-
te, oggi si trova a 33 distanze dalla Ferrari e a 23 dalla Mercedes. «A sentire la pressione sono loro,
non noi», ha sogghignato Boullier. «Con un po’ di fortuna possiamo arrivare terzi: abbiamo puntato
sullo sviluppo, azzardando con il passo della macchina e l’aerodinamica, e ci è andata bene, ma ora
dobbiamo migliorare ancora».