Italiaracing.net Magazine - page 72

72
NASCAR
MICHAEL WALTRIP
Marco Cortesi
Costruire un team, da zero. Affittare un
capannone, assumere decine, centinaia di
dipendenti tra tecnici e impiegati, siglare
un contratto con un costruttore che non
aveva mai corso prima. Sopravvivere ad
una prima stagione disastrosa per iniziare
ad inserirsi nella prima metà della classifi-
ca, e conquistare due anni dopo il successo,
prima di andare con due diversi piloti alla
caccia del titolo. Un sogno, il sogno dimolti.
Eccetto per il fatto che è tremendamente
difficile. In Formula 1, l’ultima squadra che
è riuscita a vincere una gara partendo da
zero è stata la Stewart, con Johnny Herbert
nel 1999. Ma erano già cambiati i tempi.
Impossibile, nelle categorie di spicco del
panorama mondiale, pensare di partire
senza acquistare una realtà già esistente.
Certo, un’eccezione c’è. Si chiama Michael
Waltrip Racing e prende il nome dal suo
fondatore, l’ex pilota NASCAR Michael
Waltrip. Con una forza di volontà assoluta
e con l’aiuto dei partner “giusti”, Waltrip è
passato dall’entrare per la prima volta in un
capannone vuoto a lottare nel 2012 per il
titolo della Sprint Cup Series, non senza
periodi bui e controversie. Fin dallo start,
nel 2007, la stagione di più alto livello tec-
nico della storia del campionato. Per farce-
la serve stomaco e Waltrip, simpatico e
pacioso davanti al video, è in realtà aggres-
sivo, cinico, cattivo, sa anche rischiare. Alla
prima gara di Daytona, gli arriva una maxi-
sanzione per un’irregolarità nel carburan-
te, la più alta nella storia NASCAR. Rischia
il disastro già dall’inizio, e pronti-via, con
almeno 50 macchine di valore assoluto, il
team incassa 39mancate qualifiche. Giusto
per gradire, Waltrip stesso èmesso sul ban-
co degli imputati per guida pericolosa dopo
un incidente stradale. Si cerca di cambiare
mentalità, persone e sistemi, ma serve di
più: la mossa di mercato più azzeccata è
l’”acquisto” del socio Rob Kauffman, finan-
ziere dalle amicizie importanti e dal porta-
foglio enorme.
NEL 2009 LA
PRIMA VITTORIA
Nel 2008, di tutta risposta, arrivano 6 top-
10 e tutte e tre le vetture si piazzano nella
top-35 in classifica, guadagnando il diritto
alla qualifica garantita. Tutto ciò evidente-
mente nonbasta, eWaltrip si trova costretto
a cedere una vettura. In più, a marzo arriva
una nuova polemica, con Jack Roush che lo
accusa di trafugare componenti delle sue
vetture. Ormai Waltrip è “il cattivo” e fa
buon viso a cattivo gioco. Per lui è una grana
che non basta a mettere dubbi su una sta-
gione di successo. Roush, già noto per le
affermazioni poco gentili contro la Toyota
ed il Giappone stesso, minaccia cause legali,
ma non ha prove. Nel 2009, la prima vitto-
ria con David Reutimann, pilota non più
giovane ma sottovalutato e dal buon piede,
che è anche il primo successo per la casa del-
le tre ellissi. Poi, tra 2010 e 2011 altre affer-
mazioni, altri piazzamenti e miglioramenti
continui. L’allungo successivo è però nel
2012. Labarca inizia a correredavvero forte.
Arriva Clint Bowyer, pilota non più giovane,
ma che ha iniziato tardi, uno dei più sotto-
valutati del lotto, appena scartato da
RichardChildress. Risultato: boom. Bowyer
vince tre gare e chiude secondo in campio-
nato. L’altro nuovo arrivato Martin Truex
finisce undicesimo. Il Michael Waltrip
Bowyer in azione a Daytona
Bowyer e
̀
finito
nel mirino della
Nascar per
il testacoda
volontario stile...
Piquet in F.1
1...,62,63,64,65,66,67,68,69,70,71 73,74,75,76
Powered by FlippingBook