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FORMULA 1
MICHAEL SCHUMACHER
LE DEBOLEZZE
DEL TERMINATOR
A lungo invincibile, il pilota dei record nel mondiale F.1,
l’uomo dei cinque titoli vinti con la Ferrari, mai veramente entrato
in sintonia con i tifosi italiani, preciso e metodico nel lavoro,
amante continuo del brivido, in realtà è sensibile e fragile.
Oggi Schumi è ancora in coma dopo la caduta con gli sci
Stefano Semeraro
Quando nel 2007 sua moglie Corinna
lo spedì a ritirare Ed, il nuovo pastore
tedesco della famiglia, Michael Schu-
macher chiamò un taxi. «Ti spiace se
guido io fino all'aeroporto? - intimò
Schumi al perplesso tassinaro deutsch
- Sai, sono un po' in ritardo». Seguiro-
no una folle corsa fra le strade di
Coburg, la reprimenda della polizia
locale, i titoli sui giornali. Ma fu la con-
ferma di un'abitudine mentale, di uno
stile di vita, di un carattere difficile da
scalfire. Schumacher è un perfezioni-
sta che insegue il controllo assoluto, la
curamaniacale del dettaglio, la ferocia
del vincente, ma che sprintando sulla
strada della perfezione ogni tanto –
come capita a tutti gli umani – sbanda.
A Maranello, dove vinse tutto il possi-
bile timbrando l'età dell'oro della Fer-
rari, cinque titoli mondiali di fila, la
sua etica del lavoro da ayatollah della
Westfalia si incastrò alla perfezione
nella geometria umana che governava
il team e ragionava come lui, Jean
Todt e Ross Brawn in prima fila. «Ogni
tanto criticano me e Jean perché sia-
mo dei perfezionisti - sbottò una volta
– ma c'è forse qualcosa di male?». No,
affatto, e la sua imbarazzante (per gli
avversari) collezione di record e stati-
stiche – 7mondiali vinti, 308Gp corsi,
91 vinti, 155 podi, 68 pole position –
sta lì a dimostrarlo. In F.1 del resto era
arrivato dopo un'infanzia da predesti-
nato passata a consumare il kartdro-
mo di Kerpen, imboccato per la prima
volta dopo che il pupo di campione si
era schiantato contro un palo della
luce. Primo GP F.1 a Spa, grazie ai caz-
zotti tirati a un tassista dal pilota della
Jordan Bertrand Gachot. Il suo mana-
gerWilli Weber ci mise una bugia, giu-
rando che Michael conosceva a perfe-
zione il circuito, mentre non ci aveva
mai corso, Peter Sauber, per il quale
Schumacher correva nel mondiale
Endurance con la Mercedes, sganciò
150mila dollari di incoraggiamento e
quella lenza di Eddie Jordan lo accettò
come sostituto. «NéMichael néWeber
me li hanno restituiti – sospira Herr
Sauber - Ma il suo talento valeva l'in-
vestimento».
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