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FORMULA 1
GP MALESIA
PaoloD’Alessio
Se dopo l’affermazione di Niko Rosberg a
Melbourne, nel primo Gran Premio della
stagione ci poteva ancora essere qualche
dubbio, la doppietta di Sepang ha sancito
in maniera inequivocabile la superiorità
tecnicadellaMercedes nel nuovomondia-
le delle “powe unit”. Non solo, andando
avanti di questo passo, le monoposto
argenteerischianodiannichilire ilmondia-
le 2014 a suon di pole position, vittorie e
giri veloci, riproponendouncopioneche si
è già visto almeno due volte in Formula 1
edèsemprecoincisoconcambiregolamen-
tari o con l’introduzione di nuove tecnolo-
gie. Si perché come era accadutonel bien-
nio 1954-55 con laW196 di JuanManuel
Fangio o più di recente con la McLaren,
motorizzataMercedes,diHakkinen,quan-
do la stella a tre punte vince inF.1 lo fa in
virtùdi una superiorità tecnica schiaccian-
te. I tedeschi sono fatti così, quando l’asti-
cella della sfida tecnica si alza, riescono a
dare il meglio delle loro potenzialità e nel
farlo sono spietati: a loro non basta affer-
marsi, battere la concorrenza, vogliono
annichilirla. Annientarla. E’ stato così in
passato e rischiamo di vedere lo stesso
copione quest’anno. Per rendersene conto
bastaanalizzare le loroprecedentiafferma-
zioni inF.1erendersicontodicome,pergli
avversari, ci sia veramente poco da stare
allegri.
1954/55
L’IMBATTIBILEW196
DEL GRANDE FANGIO
L’arrivodellaMercedessi abbattecomeun
tornadosulneonatomondialediF.1.Dopo
idisastridellasecondaguerramondiale, la
Casa tedesca investe ingenti risorse e
l’obiettivo è uno solo: sbaragliare la con-
correnza e ribadire al mondo intero la
superiorità tecnica delle stelle d’argento e
della tecnologia made in Germany. Per
questo non si bada a spese nella progetta-
zione e nella costruzione della W 196, la
monoposto con la quale laCasa della stel-
laatrepuntepartecipaaimondialidel1954
edel 1955.Ogniparticolaredellamacchina
è inedito, a partire dalla sua conformazio-
neaerodinamica.Mentre lesueconcorren-
ti sono ancora legate alle forme tondeg-
giantideglianni ‘30, laW196rompedinet-
to i ponti col passato e presenta linee tese
e squadrate, una carrozzeria piatta e larga
eunapresad’ariaanterioredi sezionequa-
si rettangolare.Ma lenovitàpiù sostanzio-
se, quelle che annichiliranno la concorren-
za, sono tutte sotto lacarrozzeria.Apartire
dal propulsore, un innovativo otto cilindri
in linea bialberodi 2.500 cc, con iniezione
diretta e controllo delle valvole desmodro-
mico, ingradodi erogarepotenzeprossime
ai 300CV. Tanto per non lasciare nulla al
caso il propulsoredellaW196èancoratoal
telaio con un angolo di 53° a destra, per
abbassare il centrodi gravitàedi ridurre la
sezione frontaledellamonoposto. Lequat-
tro ruote sono indipendenti, i freni sono
collocati al centro e il telaio è costituito da
una elaborata struttura tubolare, in ele-
menti rettilinei,che lorendonorigidissimo.
In tutto laMercedesW 196disputa13Gran
Preminell’arcodiduestagioni, vincendone
10e conquistandoduemondiali consecuti-
vi con l’argentinoJuanManuel Fangio.
C’ERA ANCHE LA VERSIONE
CARENATA DELLAW196
Alle dipendenze del direttore tecnico Fritz
Nallinger e del progettista Rudolf Uhlen-
haut ci sono oltre 200 tecnici, che non
lasciano nulla di intentato, pur di rendere
imbattibili le “stelle d’argento”. La prova
più evidente di questo impegno ci arriva
dalla “carrozzeriaavvolgente” dellaMerce-
desW196,studiataappositamenteper icir-
cuitiveloci,come il tracciatodiReims,dove
laMercedesW196fa ilsuoesordionelmon-
diale. Si trattadi unaguainaprofilatissima
erastrematanellaparteposteriore, che tra-
sforma le monoposto tedesche in autenti-
che vetture sport, ma con guida centrale.
Inutile dire che, presi in contropiede da
questaennesima trovatadei tedeschi, i loro
avversaricercherannodireagire,scimmiot-
tando la carrozzeria integrale dell Merce-
des.Mané itentativimessi inattodallaFer-
rari, néquelli dellaMaserati otterrannogli
stessi risultati
1998
LAMERCEDES TORNA
E RIVINCE CONMCLAREN
Al termine della stagione ‘97, preoccupata
dalleprestazioni raggiunte inF.1 edi fron-
te all’impossibilità di stravolgere i circuiti,
la Federazione decide di porre mano ai
regolamenti per rendere più sicure le
monoposto e al tempo stesso più incerte e
combattute legare.Questimeritevoli inten-
tisi traducono inunaseriediprovvedimen-
ti che stravolgono forma e dimensioni del-
le monoposto. Le carreggiate vengono
ristrette di 10 centimetri per lato e soprat-
tutto la FIA decide di mettere al bando le
gomme slick, rimpiazzandole con gomme
scanalate: quelle anteriori hanno tre pro-
fondi solchi, che diventanoquattro sull’as-
seposteriore. Chimegliodi tutti interpreta
lenuove regole è il progettistadellaMcLa-
ren AdrianNewey che, per primo, capisce
cosa fare per assettare correttamente una
vettura con carreggiate strette e gomme
scanalate. Per vincere occorre avere una
macchinadecisamente sottopeso, spostan-
do lazavorra lungo l’asse longitudinaledel-
la monoposto, a seconda delle necessità e
delle caratteristiche del circuito da affron-
tare.Perottimizzareulteriormente il bilan-
ciamentodelmezzo,Neweyfaricorsoanche
alle sospensioni contrattive, che consento-
no alleMcLaren si salire sui cordoli, senza
scomporsi. Tutte queste soluzioni fanno
della McLarenMP4/13 un’ottima vettura,
maperpuntareal titolocivuolequalcosa in
più, il classico assonellamanica si concre-
tizzanel rivoluzionariopropulsore 10cilin-
driMercedes, appositamente studiatoper i
nuovi regolamenti. Per laprima voltanella
storia della F.1 unmotore daGranPremio
(cheerogapiùdi800CV)pesamenodi 100
chili! Un valore impensabile fino a pochi
anni prima, reso possibile dall’utilizzo di
materiali particolarmente sofisticati, come
ilberillio, che trasformano ipropulsoridel-
leFormula 1 inmotori “usaegetta”: li puoi
adoperare inprovaegara,nonpossonopiù
essere revisionati dopo l’impiego inun sin-
goloGranPremio.E’ laFormula1deiGran-
diCostruttori, dove la tecnologia la fa sem-
pre più da padrona e dove la tecnologia
made inGermany tornaadavere il soprav-
vento sulla concorrenza.
LaMcLaren del 1998