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MOTO GP
GARA A LE MANS
RIMONTA DA URLO
PER MARQUEZ
A Le Mans, il campione del mondo in cari-
ca ha mandato in onda l'ennesima punta-
ta del proprio dominio, che è stato ancora
una volta chiaro fin dal venerdì. Se si
esclude il terzo turno di prove libere, in cui
Jorge Lorenzo è riuscito a sopravanzarlo
per 24 millesimi, Marquez ha chiuso in
testa ogni singola sessione disputata sul
circuito Bugatti. Poi è arrivata la corsa, che
lo ha visto risalire senza difficoltà da un
lungo che nel corso del primo giro lo ave-
va fatto scivolare in decima piazza. Mar-
quez ha faticato un po' nei primi cinque
giri ("ero troppo rilassato", ha commenta-
to nel dopo gara), poi ha cambiato marcia
e nell'ordine ha infilato Pedrosa, Lorenzo,
Bautista, Dovizioso, Bradl, Pol Espargaro
e Rossi, andando a tagliare il traguardo in
piena scioltezza dopo 28 giri, in piedi sul-
le pedane e a braccia larghe, come per dire
a tutti "sono qui, ancora io, provate a fer-
marmi se potete". Purtroppo per gli altri,
però, al momento fermarlo sembra impre-
sa improba, perché poco si può fare di
fronte a quello che è di gran lunga il
miglior pacchetto uomo-macchina della
Moto GP. Marquez e la RC213V sono infat-
ti un'accoppiata perfetta, in cui il manico
del pilota e le caratteristiche della moto si
fondono alla perfezione. Se la Honda
garantisce un chiaro vantaggio al "Cabron-
cito" nella fase di accelerazione in uscita
dalle curve, grazie a un'elettronica perfet-
ta che in Yamaha non sono ancora riusci-
ti a replicare, non c'è dubbio che il resto ce
lo metta lui con una fase di ingresso e per-
correnza curva aggressiva al massimo che
prevede angoli di piega impossibili e
ampio uso dei cordoli, che nessuno sfrut-
ta quanto lui.
LA CRISI DI PEDROSA
LORENZO LONTANO
Che la superiorità del pacchetto tecnico
non basti a spiegare i risultati di Marquez
lo dimostra il weekend orribile passato da
Daniel Pedrosa in Francia. Lontano dalle
posizioni che contano per tutto il fine set-
timana, in gara il secondo alfiere del team
HRC è crollato, subendo l'onta di vedersi
scavalcato dalla moto clienti di un ottimo
Alvaro Bautista, terzo al traguardo. Pedro-
sa ha invece chiuso quinto, ma lontano
anni luce dal passo del proprio caposqua-
dra, che nella sua rimonta dalle retrovie
dopo l'errore iniziale lo ha passato come se
fosse fermo. Se Sabadell piange, anche
Maiorca non ride. Jorge Lorenzo ha dovu-
to infatti incassare l'ennesimo fine settima-
na difficile, in cui non solo non è stato all'al-
tezza di quel Marquez con cui ha duellato
alla pari per tutto il 2013, ma si è dovuto
rassegnare ad esseremesso in ombra anco-
ra una volta da Valentino Rossi. Per "Por
Fuera", che a differenza di Rossi ha deciso
di continuare a lavorare con il vecchio tela-
io, il problema continua ad essere lo scar-
so feeling con le gomme 2014 della Bridge-
stone, un handicap serio che sta compro-
mettendo la sua stagione. Il distacco in
classifica da Marquez ammonta infatti già
ad 80 punti, un gap che sarebbe difficile da
recuperare anche se dal Mugello tutto tor-
nasse ad andare per il meglio per Jorge.
LA CONFERMA
AL TOP DI ROSSI
Chi invece a Le Mans ha provato definiti-
vamente di essere ritornato ai vertici è pro-
prio Rossi. In Francia il "Dottore" ha chiu-
so secondo per la terza volta in cinque gare,
candidandosi al ruolo di principale antago-
nista di Marquez e togliendosi di dosso
definitivamente il vestito del "bollito", che
lui stesso si era frettolosamente cucito
addosso dopo i due anni disastrosi inDuca-
ti e un rientro in Yamaha non proprio spet-
tacolare nel 2013. In realtà le serie difficol-
tà che sta incontrando oggi Lorenzo, un
campione assoluto che nel 2013 sembrava
l'unico argine allo tsunami Marquez, per-
mettono forse di valutare con occhi diver-
si la crisi attraversata da Rossi tra il 2011 e
il 2013. La morale è che quando si hanno
solo due ruote per danzare sull'asfalto, sen-
za feeling con il mezzo non si va da nessu-
na parte, e se in questo inizio di 2014
Lorenzo ha avuto la sfortuna di perderlo
mentre Rossi ha avuto invece la fortuna e
la capacità di ritrovarlo. Significativo, però,
che questa conquista non sia arrivata al
pilota di Tavullia come un dono del cielo,
ma che sia frutto di una scelta difficile e
rischiosa come quella di separarsi da Jere-
my Burgess e dal lavoro che ne è consegui-
to. Oggi, dopo cinque GP, Rossi ha la sicu-
rezza che quella di legarsi a un tecnico sen-
za esperienza in Moto GP come Silvano
Galbusera sia stata la scelta giusta, e lo si
può percepire chiaramente nell'entusia-
smo che Valentino ha ritrovato per il lavo-
ro di sviluppo tecnico, lavoro che ha già
avuto uno sbocco importante con l'arrivo
del nuovo telaio che pare essere un netto
passo avanti nello sfruttamento dello
pneumatico anteriore. Il lavoro da fare è
comunque ancora tanto, perché Marquez
è ancora lontano; lo stesso Rossi ha rico-
nosciuto che l'errore con cui a Le Mans ha
spalancato la porta al pilota Honda è stato
una conseguenza del ritmo forsennato che
aveva imposto alla propria gara per tenta-
re di tenere a distanza lo spagnolo. Un'ul-
teriore occasione per misurare le proprie
ambizioni il pilota di Tavullia l'avrà al
Mugello, pista che ha visto alcuni dei suoi
trionfi più belli ma che nel 2010 gli è anche
costata l'infortunio che ha fatto un po' da
spartiacque per la sua carriera. Difficile
immaginare un postomigliore per ritorna-
re alla vittoria...
LA DUCATI TORNA
AD ESSERE UN CASO
Si sta appannando progressivamente
invece la stella della Ducati. Dopo che a
inizio stagione l'adesione alla Classe Open
sembrava aver rivitalizzato le Rosse, con
il bel podio di Andrea Dovizioso ad Austin
a regalare ottime speranze per il prosie-
guo del campionato, le Desmosedici GP14
stanno progressivamente tornando nel-
l'anonimato. Le gomme extra-morbide
aiutano a mettere a segno dei begli exploit
in qualifica, ma il passo gara è lontano
anni luce da quello dei migliori. Dopo la
gara di Le Mans, chiusa in ottava piazza a
oltre 20" dal leader, un rassegnato Dovi-
zioso ha commentato così: "Stiamo lavo-
rando tanto, ma al momento la nostra
realtà è questa". Tutt'altro che incorag-
giante, visto che la prima delle "vere"
Open, la FTR di Aleix Espargaro, ha chiu-
so solo a mezzo secondo.