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«SARÀ UN 2014
EQUILIBRATO,
ALL’INIZIO...»
Il responsabile corse della Pirelli spiega come si è giunti a individuare
le tre mescole che quest’anno dovranno servire per tutte le gare del campionato.
Rispetto al 2013 le scelte sono state meno estreme, ma mettere tutti d’accordo
non è mai facile. E dopo Barcellona qualcosa sicuramente è destinato a cambiare.
La Casa italiana, comunque, non ha nessuna voglia di lasciare il Circus
Paul Hembery, come si sente a inizia-
re una stagione senza tutte le lamen-
tele dello scorso anno?
«Be’, qualcuno si lamenta lo stesso, ma in
F.1 ogni anno è diverso e ogni stagione ha il
suo argomento preferito. L’anno scorso sot-
to tiro c’erano le gomme, adesso la parten-
za è stata molto positiva. Arrivando al
debutto con macchine molto nuove, cosa
che ovviamente influenza gli pneumatici,
siamo stati fortunati a svolgere i test pre-sta-
gione su circuiti che ci ci hanno fornito mol-
to presto informazioni estremamente utili
su come le vetture avrebbero lavorato sulle
gomme, e questo ha rappresentato un
sostanziale passo in avanti. Nel primo GP
abbiamo assistito a un mix di condizioni cli-
matiche; in realtà c’è stata molta pioggia, un
fatto positivo per noi visto che per quest’an-
no abbiamo studiato nuove gomme per il
bagnato, e durante la qualifica abbiamo
potuto vedere che c’è una sovrapposizione
fra quelle che chiamiamo intermedie e le full
rain. Alcune macchine sono uscite con un
tipo, altre con un altro, e ciò significa che
abbiamo finalmente ridotto la differenza
che c’era fra le duemescole. In passato c’era-
no occasioni nelle quali emergeva un buco
fra quando era meglio usare l’una o l’altra, e
questo rendeva tutto molto difficile per i
team. Ora quel buco è sparito. Riguardo alle
gomme stick, abbiamo assistito a buone pre-
stazioni, considerati i cambi sostanziali che
sono intervenuti. Forse durante la stagione,
quando le macchine miglioreranno, ci ren-
deremo conto che alcune delle nostre scelte
sono un po’ conservative, poiché man mano
che si ridurranno i problemi di scivolamen-
to e patimento caleranno anche quelli rela-
tivi al surriscaldamento delle gomme. For-
se una volta che avremo compreso gli effet-
ti di questo sviluppo delle vetture potremo
rivedere alcune delle nostre scelte».
Come mai per voi quest’anno le cose
sono più facili che nel 2013? E’ per via
di macchine più semplici da equipag-
giare?
“Nelle stagioni passate siamo stati molto
aggressivi, non solo per creare una impor-
tante sfida dal punto di vista delle strategie,
ma anche per mettere alla prova i progetti-
sti. Per alcuni ha funzionato, per altri no.
Quest’anno, viste tutte le incognite provoca-
te dai nuovi regolamenti, abbiamo deciso di
fare un piccolo passo indietro».
Quando avete iniziato a lavorare con
i team sul 2014? Avendo di fronte una
stagione così complicata avrete avuto
bisogno di molta cooperazione da
parte loro.
«Abbiamo iniziato a raccogliere dati in giu-
gno. Le macchine sono nate nel luglio dello
scorso anno, quindi abbiamo avuto una pri-
ma idea del loro comportamento. Abbiamo
capito molto presto che potenzialmente ci
sarebbe stato un grosso problema di pati-
mento e ciò significa che sapevamo anche
che conminore carico aerodinamico le gom-
me avrebbero avuto bisogno da un lato di
offrire resistenza al patinamento, ma dall’al-
tro anche di offrire più “grip”, proprio in ter-
mini di grip chimico - che viene prodotto
attraverso la mescola - per compensare la
mancanza di carico. Questa era la nostra sfi-
da. Abbiamo sostenuto dei test in dicembre
con alcune dellemacchine 2013 per fare una
comparazione fra i prodotti dello scorso
anno e quelli di quest’anno, cosa che si è
rivelata molto importante. Ha significato
per noi capire le nuove vetture. Essenzial-
mente abbiamo solo tre tipi di mescole slick
per 19 piste - con le super soft che verranno
utilizzate quasi esclusivamente per i pochi
circuiti cittadini. Se con le mescole devi for-
nire 11 teame 19 diversi tipo di circuiti signi-
fica che puoi trovarti un po’ in difficoltà in
situazioni di estremo caldo o freddo estre-
mo, ma è una regola che vale per ognuna
delle squadre presenti. In generale possia-
mo dire che tutti un po’ stanno faticando,
non ci sono uno o due decisamente più
avvantaggiati, ed è proprio questo che ricor-
diamo sempre ai team: la sfida è la stessa
per tutti».
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