Italiaracing.net Magazine - page 9

Massimo Costa
Nessuno ne parla più. Ormai è normale
così. I giornali sportivi hanno abbassato la
guardia, i generici dopo essersi scandaliz-
zati qualche tempo fa, neanche se ne accor-
gono. E ne sentono la mancanza. Stiamo
parlando dei piloti italiani, merce sempre
più rara, assenti in F.1 nei campionati 2012,
2013 e 2014. E non si vedono all’orizzonte
eventuali arrivi. L’impressione è che anche
nel 2015 l’Italia probabilmente non sarà
rappresentata nel mondiale F.1, forse nel
2016magari la Ferrari potrebbe portare nel
circus Marciello, essendo un suo allievo.
Parcheggiandolo alla Sauber o alla Marus-
sia, se ancora ci saranno queste due squa-
dre in grave crisi economica. E sempre che
Marciello, per dirla tutta, si conquisti il pas-
saggio con belle gare in GP2. La situazione
è dunque piuttosto drammatica dal punto
di vista sportivo. La coincidenza con l’arri-
vo della F.1 a Monte-Carlo, con i contorni
di GP2 e World Series Renault, ci ha por-
tato a farvi ricordare che nel principale
salotto del motorsport avremo, come
descritto nelle pagine precedenti, due
19enni, Ghiotto e Marciello, impegnati nel-
le due categorie.
L’AIUTO DI FDA
E DELLE FAMIGLIE
Ma cosa c’è alle loro spalle, com’è il pano-
rama dei nostri giovani piloti emergenti, in
quali categorie si stanno muovendo, chi li
supporta? Al momento molto si deve al
Ferrari Driver Academy. Raffaele Marciel-
lo è impegnato in GP2 e Antonio Fuoco lo
troviamo nel FIA F.3 European Champion-
ship. Sono due ragazzi di indubbio talento,
stanno studiano a Maranello come trasfor-
mare questa dote in qualcosa che potrebbe
farli diventare grandi campioni. Ma il cam-
mino non è facile anche se la speranza di
vederli un giorno impegnati in F.1 è tanta.
Magari proprio con la Ferrari, sempre che
il presidente Luca di Montezemolo decida
di puntare sui cavallini italiani che sta cre-
scendo e non su qualche pilota già esperto,
già vincente in F.1. Marciello e Fuoco dun-
que. Poi? Luca Ghiotto è in World Series
Renault, è appena agli inizi di una nuova e
impegnativa avventura, alle spalle per ora
ha solo il supporto della famiglia e di qual-
che amico, ma si sta lavorando per trovare
sponsorizzazioni ulteriori che possano
aumentare il volume del budget.
IL CASO UNICO
DI GIOVINAZZI
Alle spalle di Marciello e Ghiotto, nel FIA
F.3 abbiamo, come detto, Fuoco. Ma anche
Riccardo Agostini, Michele Beretta e Anto-
nio Giovinazzi. Riccardo e Michele conta-
no sulle capacità dei loro rispettivi genito-
ri nel trovare sponsor, operazione che fino
ad ora sta fornendo frutti importanti. Anto-
nio invece, è completamente supportato
dalla famiglia Gelael. Il padre del pilota
Sean infatti, gli ha affiancato Giovinazzi fin
dai tempi del karting e gli ha permesso di
correre nella F.Pilota China e dal 2013 nel
FIA F.3. Resta da capire se Gelael senior
sarà intenzionato a proseguire in questa
operazione per affrontare categorie supe-
riori. Nella Eurocup F.Renault abbiamo il
solo Ignazio D’Agosto. Anche il giovane
pugliese è supportato dalla sola famiglia,
qualcosa potrebbe nascere con la Caterham
per il prossimo anno grazie ai buoni rap-
porti che intercorrono col team Koiranen.
Ma per ora tutto appare piuttosto vago.
LA CRISI HA
COLPITO L’ITALIA
La lista degli italiani impegnati in catego-
rie per monoposto a livello internazionale
termina qui. Come avete potuto appurare è
piuttosto scarna. E, soprattutto, a parte
l’intervento FDA per Marciello e Fuoco, gli
altri sono tutti liberi da management di un
certo livello e qualità. Come fare dunque?
Prima di tutto occorre vincere per convin-
cere a smuovere le acque e questo aspetto
avremo modo di verificarlo nel corso della
stagione. Per quanto riguarda la pochezza
dei numeri, la crisi economica in Italia si è
fatta particolarmente sentire così come in
Spagna, una nazione che fino a qualche
anno fa aveva in giro per l’Europa decine di
piloti (e sottolineo il “decine”) ed oggi si
ritrova con non più di tre-quattro giovani
impegnati nelle formule.
L’INUTILITÀ ABITUALE
DELLA FEDERAZIONE
C’è poi da registrare, ma ormai siamo anche
piuttosto stanchi dal sottolinearlo, la totale
assenza della Federazione italiana. Dov’è
finito il famoso progetto lancia giovani della
Formula Abarth, campionato che ha ucciso
in un batter d’occhio. Per non parlare della
F.3 Italia. Ora con la neonata F.4 stanno rac-
contando le stesse cose del periodo Abarth.
Qualcuno ci crede? Chi ha provato a smuo-
vere le acque romane, chi si è presentato con
un progetto reale, con qualcosa di concreto,
non è stato neanche ascoltato inducendolo
alle dimissioni. Meglio mantenere questo
stato di coma generale. La CSAI si preoccu-
pa di creare propri campionati, di riempirli
di pilotini, dopo di che di essi non se ne cura
più. Basti raccontare che la vittoria di Fuoco
nell’ALPS, pilota Ferrari, non ha portato rin-
graziamenti CSAI al pilota. Perché? Perché
ha corso in un campionato che la mentalità
ristretta di chi governa il motorsport italiano
ritienenemico. Aloronon interessapromuo-
vere i piloti italiani, raccogliere un pool di
sponsor per aiutarli. A loro interessa stacca-
re licenze, creare campionati che poi muoio-
no per incapacità gestionale, fare accordi in
qua e in là, mandare in giro persone attem-
pate affinché raccontino che stanno creando
progetti e quant’altro. Ma la sostanza è nul-
la. Tutti i piloti sopra citati, impegnati in
campo internazionale, non hanno mai rice-
vuto negli ultimi mesi una telefonata, una
lettera, un segnale quanto meno di incorag-
giamento. Tutti sono lasciati al propriodesti-
no. Ma state certi che se uno di questi, come
ci auguriamo, arriverà in F.1, il presidente di
turno e la sua cricca di inutili responsabili (o
irresponsabili?) si appenderà le medagliette
al petto.
SPERANZA?
Per il terzo anno consecutivo il mondiale F.1 non annovera piloti tricolori al via.
Alle spalle del mondiale, i nostri ragazzi si impegnano,
ma quelli presenti in campo internazionale sono pochissimi. Perché?
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