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ANTEPRIMA LE MANS
MARCO BONANOMI
Filippo Zanier
Quasi due anni senza gare, girando nei test
insieme ai piloti titolari, ma senza la possibi-
lità di sfidarli in pista, di lottare con loro per
una posizione in griglia, una traiettoria favo-
revole, magari un posto sul podio. Poi, un
mese fa, finalmente in gara a Spa, ma anche
in questo caso senza potersela giocare alla
pari: la sua macchina, in configurazione Le
Mans, era troppo scarica per essere compe-
titiva sui curvoni del circuito belga, e l'obiet-
tivo del resto non era lottare per la vittoria,
ma sfruttare la sei ore per provare le ultime
soluzioni per la maratona della Sarthe.
Insomma testare, tanto per cambiare. Non è
stata facile la vita di Marco Bonanomi nelle
ultime tre stagioni: pilota ufficiale Audi, una
condizione senza dubbio privilegiata rispet-
to a quella di molti colleghi, eppure per certi
versi frustrante. Perché guardare correre gli
altri è dura, specialmente se in carriera hai
spesso dimostrato di essere velocissimo e
senti che, una volta messo alla prova, saresti
all'altezza. Pazienza, perseveranza e duro
lavoro, però, qualche risultato lodanno e così
alla fine la grande occasione è arrivata. Tra
due settimane, Marco sarà al via della 24Ore
di Le Mans (la sua seconda in carriera) sulla
terza Audi R18, pronto a dimostrare al mon-
do e ai vertici della Casa di Ingolstadt che
merita un sedile "vero".
AlloraMarco, quali sono le sensazioni
alla vigilia di quella che potrebbe esse-
re la gara più importante della tua car-
riera?
"Ottime, sono carico. Abbiamo lavorato tan-
tissimo sia noi piloti sia il team dal lato tec-
nico, e non potremmo arrivare più pronti di
così. Poi certo, Le Mans è una gara unica al
mondo e piena di incognite, ma abbiamo fat-
to tuttoquantoera innostropotereper ridur-
le al minimo".
Vieni dalla gara WEC di Spa, disputa-
ta con una R18 che era già in configu-
razione Le Mans, quindi aerodinami-
camentemolto scarica. Quanto è stato
difficile spingerla al massimo su una
pista così impegnativa?
"Molto, perché ovviamente essendo in confi-
gurazione 'very low-downforce' ci mancava il
carico per spingere al massimo in curva. Poi
le condizioni meteo non hanno aiutato: in
Belgio siamo arrivati dopo un test a Monza
in cui io e i miei compagni di vettura, Albu-
querque e Jarvis, avevamo trovato un bilan-
ciamento dellamacchina ottimo in condizio-
ni primaverili mentre a Spa abbiamo trova-
to freddo, umido e pista scivolosa. Non era
quello che volevamo, ancheperché conmeno
carico si fa più fatica a mandare in tempera-
tura gli pneumatici su una pista così fredda.
Alla fine questo ci ha penalizzato soprattutto
in qualifica, dove ci siamo trovati a girare con